Il mercato della moda è in continua espansione e l’Italia si aggiudica il primato in Europa. Toscana e Lombardia sono infatti le prime regioni europee per numero d’imprese, per la precisione 11 mila ciascuna.
L’Italia si posiziona addirittura davanti alla Francia e città come Milano superano, per numero d’imprese, Paesi come Olanda e Belgio.
Le qualità per diventare un businessman di tutto rispetto? Essere ricchi ed abili.
Sul lavoro è un requisito che non tutti possono permettersi, ma nel mondo della moda, le cose funzionano così. Il fashion è uno tra i settori in cui è possibile diventare molto molto ricchi, basta saper investire e soprattutto rischiare.
Ma quali sono i miliardari del mondo della moda?
Sicuramente Antoine Arnault (classe 1977), figlio di Bernard Arnault. Fidanzato con la modella russa Natalia Vodianova, Arnault è il più ricco erede della più grande multinazionale del lusso, la LVMH. Egli è attualmente responsabile della comunicazione presso Louis Vuitton, amministratore del gruppo LVMH e direttore generale per Berluti.
La fama lo precede, ma anche il suo conto in banca, Re Giorgio Armani (classe 1934) è il quarto uomo più ricco d’Italia.
Secondo Forbes, Armani dispone di ben 8,5 miliardi di dollari, si aggiudica infatti il 131° posto per i più ricchi al mondo.
Status di miliardario, anche per Brunello Cucinelli (classe 1953), stilista ed imprenditore italiano. Discendente da una famiglia di contadini, Cucinelli con le quote della sua società e l’attuale capitalizzazione di mercato della sua compagnia, è arrivato ad un valore totale di 1,5 miliardi di $.
Abili, ricchi ma anche affascinanti.
Tom Ford (classe 1961), stilista e regista statunitense, mette a segno circa 3 miliardi di dollari nel suo conto in banca. Dopo la creazione dell’omonimo marchio, il rilancio della maison Gucci e i diversi impegni cinematografici, Tom Ford conquista a tutti gli effetti il titolo di miliardario perfetto, anche nella vita privata. A confermarlo la sua duratura relazione con il giornalista inglese Richard Buckley.
Comments by Rossella Alfani