In questi giorni è stata stilata da Millward Brown Optimor la classifica dei brand più influenti, potenti e lussuosi del mondo. Il sondaggio si basa sia sui fatturati delle varie compagnie sia sulle opinioni dei singoli consumatori. Al primo posto, da ormai sette anni consecutivi, troviamo Louis Vuitton con un valore pari a 25.9 miliardi di dollari; al secondo posto, dopo un incremento del 61% rispetto all’anno scorso, si posiziona Hermés con un valore pari a 19,1 miliardi di dollari. Infine, troviamo la casa di orologi Rolex che vale circa 7, 7 miliardi di dollari. Seguono Chanel, Gucci, Prada, Cartier ed, in ultima posizione, Burberry.” Il lusso viene visto come un buon investimento in cui la gente, sempre in maggior numero, compra pezzi classici rispetto all’alta moda…i giovani continuano a comprare beni di lusso rispetto ad una casa” afferma il ricercatore Millward Brown Optimor.

Ebbene, che cos’è il lusso? Il lusso spesso viene visto come un bene materiale prezioso e costoso ma non è sempre così infatti, anche dei comportamenti normali, come il permettere ad un ragazzo di intraprendere uno studio universitario, è oramai un lusso che pochi si possono permettere. Oltre a questo discorso, se vogliamo morale che si potrà riprendere in sede distaccata, ciò che conferisce ad un marchio l’appellativo di lussuoso è la sua influenza rispetto alla grande massa. Louis Vuitton è il primo di questi, perchè, in quasi tutto il mondo, tutte/i vogliono possedere un accessorio, preferibilmente logato, della griffe francese per mostrare” al mondo intero” il proprio status sociale o il voler appartenere ad una determinata categoria. Non bisogna però limitarci a questo. Bisogna puntare ad una qualità sartoriale come quella di Stefano Ricci o di Massimo Sforza per possedere davvero un bene di lusso. Non deve essere il logo a fare da fattore di indice per questo aggettivo alquanto ricercato ma il materiale. Sarà più preziosa una borsa logata Louis Vuitton oppure una classica bag in coccodrillo senza brand? È più prezioso un abito made-to-measure di un qualsiasi rinomato brand oppure un abito fatto da un sarto con la” S” maiuscola?” Ai posteri l’ardua sentenza”.

Ivan Allegranti