THE GREAT GATSBY

L’11 aprile 1925 usciva nelle librerie la più celebre opera di F. Scott Fitzgerald. Esattamente 90 anni fa i lettori hanno letto dell’ossessivo amore di Gatsby per Daisy e di quanto fossero sfavillanti e torbidi i Roaring Twenties.

Di questo libro non si possono non amare la figura di Nick, il narratore incapace di essere imparziale e di astenersi dal giudicare le figure attorno a sé; o la paladina dell’egoismo Daisy, tanto instabile quanto incostante. Perfino Jay Gatsby, accecato dalla “luce verde alla fine del pontile” è tanto determinato quanto ingenuo. Le descrizioni così piene di dettagli, la profondità e i difetti così accentuati dalla penna stessa dell’autore del libro non possono non trascinare il lettore in un vortice di passione e intrighi, conducendolo in quel thriller di follia e paura che rappresenta la seconda parte del libro, per quanto breve e illusoria possa essere.

Anche a distanza di quasi un secolo, a seguito di vari adattamenti cinematografici (Di Caprio batte Redford, scusate se sono di parte..), di varie rivisitazioni dell’opera, di probabili letture imposte durante il periodo scolastico (personalmente ho conosciuto Gatsby solamente finito il liceo ma è stato amore sin dal primo capitolo) o letture dovute al “ti consiglio di leggere..”, il Grande Gatsby ha ancora molto da trasmettere:

Idealizzare troppo in amore è sbagliato

Non stiamo parlando di scrivere il suo nome con un cuore attorno; l’errore commesso da Jay è stato quello di vivere la propria esistenza in funzione di un amore giovanile, cercando di rivivere il passato. Lo stesso Nick critica questa convinzione erronea dell’amico spiegando quanto sia impossibile rivivere quanto già avvenuto. Gatsby è rimasto ancorato alla Daisy giovane e spensierata e single; la sovrapposizione del ricordo di lei e l’incapacità di vedere la crescita e l’evoluzione della donna amata lo porteranno alla cocente delusione quando, costretta a scegliere, lei dichiarerà di amare sia il pomposo marito Tom sia il caro Gatsby. Oltre a ciò, l’idea che Jay ha di Daisy è talmente perfetta da essere anni luce distante dalla reale e concreta ragazza: lui è incapace di comprendere e soprattutto accettare i difetti e le debolezze di lei.

Non si può ricreare il passato

Citando ancora una volta Nick, è evidente quanto Gatsby tenti di rivivere i bei tempi andati convinto di avere davanti la stessa Daisy di un tempo. La stessa instabile donna incapace di abbandonare gli agi di una vita al fianco del ricco Tom per scappare con l’amore di gioventù continuando (beninteso) a circondarsi di beni di lusso e ogni comfort.

I soldi non sono mai la migliore opzione

Jay Gatsby incarna l’esempio estremo del capitalismo: spende soldi per abiti sartoriali, scarpe italiane, auto sportive, una villa vista lago dove organizza ogni settimana le feste più in. Fa in modo di essere sempre sulla bocca di tutti solo ed esclusivamente per farsi notare dalla dirimpettaia che vive dall’altro lato del lago, ovvero Daisy. Tanto instabile lei quanto senza valore lui. In effetti si compensano a vicenda. Peccato solo che non abbiano avuto la possibilità di vivere insieme “imperfetti e contenti”.

Buon compleanno ancora Grande Gatsby. Grazie per le frasi toccanti e i passaggi effervescenti e pieni di saggezza.

 

Immagini: www.gq-magazine.co.uk