Sono passati sei anni da che Mary Katrantzou-uno dei talenti emergenti londinesi più in voga- ha avviato il suo brand di successo.

“A volte sembra un’eternità e a volte sembrano solo tre stagioni” ha ammesso la designer all’evento networking del The Industry. Ma il tempo vola quando ci si diverte, si è richiesti ed il successo ci sorride.

Katranzou diede il via al suo progetto, dopo essersi laureata al Central Saint Martins Fashion MA, con solo otto vestiti, una giacca e un paio di pantaloni. Nativa della Grecia, è lei la prima a dire che entrare nel mondo della moda in maniera molto ingenua è risultato incredibilmente producente.

“Sentivo che stavo riscoprendo me stessa assieme ad altre persone che desideravano diventare designer dall’età di 14 anni. Arrivi lì un poco con gli occhi bendati, il che rende l’esperienza migliore perchè altrimenti avresti un astratto senso di perfezione. Non avere alcun preconcetto mi ha aiutata […] Mi stavo addentrando in quel mondo da studentessa che inizia un progetto senza enormi aspettative, così da non proiettarle su altri”.

Ma è passato parecchio tempo da allora, time flies, e cosa è rimasto della piccola Mary inesperta?

“Adesso capisco me stessa molto più di quando iniziai. All’epoca il cambio di un vestito e una stampa erano tutto il lavoro da fare […]Ogni passo che fai devi riscrivere il tuo percorso. Ci evolviamo. Non sono così spaventata come quando iniziai- Pensavo che avrei esaurito le idee”.


E se c’è una persona che non finirà mai le idee quella è Katranzou che ci stupisce stagione dopo stagione oltre ogni nostra aspettativa. Dopo essersi affermata per l’alta qualità delle sue stampe, nella Fall 2014 ha abbandonato il suo leitmotiv per reinventarsi simbolicamente. Erano infatti i simboli a rivestire di profondi significati le silhouette iper femminili delle modelle, ricoperte da strati di preziosi tessuti.


Con un pizzico di androginia nelle giacche a taglio maschile, la Katrantzou ha creato una collezione decisamente indipendente dalle precedenti, sfatando il mito che un designer deve essere sempre coerente a se stesso ed al suo percorso.

Pezzi chiave le due salopette di metallo, un capo che è il perfetto accordo fra una scultura e un vestito a trapezio.”Come designer vuoi lavorare al di là della tua firma” fa notare, scherzando sull’epiteto “senza paura” che le hanno dato riferendosi al suo spirito di ricerca.

Per la Spring 2015 “ricerca” è stata la parola chiave. Una danza più che una sfilata, con la colonna sonora dei Sigur Ros, per ricreare un mondo primitivo, una “ricerca” dell’ancestrale per dare via libera alla creatività, perchè per interpretare il presente bisogna sempre riscoprire il passato.


Mary è voluta andare parecchio indietro nel tempo, in un’era di tettonica a placche ed evoluzione, un’era quasi mitica dove i quattro elementi plasmano nuovi esseri. Sabbia, oceano, i vestiti passano dallo stato di pesce o sirena a quello di anfibio, per poi finire con una pelle di serpente. Forse metafora di questa collezione, decisamente non un caso fortuito, l’animale che primeggia nelle stampe è il camaleonte: in costante metamorfosi e cambiamento, questo rettile sa mutare colore a seconda della necessità, proprio come l’arte di Mary sa rinnovarsi.

 


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