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Cosa si prova a lanciarsi da una piattaforma alta 27 metri? Come ci si arriva a fare un tuffo perfetto? Lo sa bene Alessandro De Rose, unico italiano in gara nella Red Bull Cliff Diving World Series, nota competizione internazionale di tuffi nata nel 2009 organizzata da Red Bull.
De Rose, cosentino di nascita, ha perseguito il suo sogno di diventare un high diver professionista curando ogni minimo particolare dei tuffi da eseguire in gara e avere il perfetto controllo di ogni singolo movimento. L’allenamento richiesto è molto duro ed articolato e comporta un notevole esercizio fisico prima dell’allenamento in piscina. La fase aerobica di training fisico ed acrobatico costituisce, infatti, la parte più importante dell’allenamento: prendendo spunto dalla routine di preparazione di ginnasti e acrobati, gli atleti sviluppano flessibilità, verticalità ed eleganza del gesto atletico. In particolare, il barani, ovvero la posizione di raccoglimento a gambe e braccia tese con cui i diver chiudono il tuffo per fendere come lame affilate la superficie dell’acqua, è la stessa adottata dagli atleti dei trampolini elastici e delle varie discipline della ginnastica artistica.
Ma saltare da 28 metri richiede anche una grande concentrazione, la mente deve essere libera e bisogna mettere da parte qualsiasi emozione. Questa grande determinazione gli ha permesso di eseguire tuffi a 85 km/h di appena 3 secondi.
In occasione della nuova stagione World Series 2018, che comincerà il 2 giugno in Texas, De Rose debutterà come atleta titolare dopo 5 edizioni da wildcard, e si è preparato al meglio allenandosi con l’atleta americano Red Bull: Bailey Payne, campione di tricking, combinazione di “ginnastica ritmica, break dance e arti marziali”. Due discipline diverse ma che grazie a questi due grandi atleti hanno trovato i loro punti di contatto.
Credits Immagini: Courtesy of Press Office