Cala il sipario sulla London Fashion Week

Questa edizione della London Fashion Week è stata un’oasi di pace nel caos della Brexit. Se fuori, per le strade, nel Parlamento, impera il caos, le passerelle londinesi offrono rassicurazioni e calma. Non si sa cosa accadrà, il futuro è incerto, soprattutto per i talenti emergenti britannici, per i piccoli e medi brand, perché, anche se si è nell’era dei social, un brand funziona se vende, ma se non hai modo di vendere al di fuori del tuo  paese, quante speranza di successo puoi avere? I vertici della moda made in UK hanno fatto il loro personale appello affinchè il governo tenga conto, nel deal con l’UE, di un’industria che fattura al paese ben 32 miliardi annui.

La realtà cosmopolita rischia di incrinarsi, se già non lo ha fatto, e il coraggio cede il passo alla comfort zone. Addio sperimentalismo e voglia di innovazione, tratti tipici della London Fashion Week.

Bora Aksu porta in passerella una donna bambola, che si muove dolcemente tra pizzo e tulle, le sorelle Fanning guardano al futuro e giocano con maglie bucate rese interessanti da disegni maori, qui in versione oprtical, e scarpe da ginnastica ai piedi. JW. Anderson David Koma giocano con tessuti lucenti, e se il primo ripensa il concetto di gioiello, qui in chiave underwear, e lascia spazio ad una cascata di Swarovski, il secondo punta su tessuti luminosi e pelle per jumpsuit seducenti e look sexy. Da Erdem abbondano sombreri iper abbinati a ponchos, stampe floreali e broches messicane, Roksanda incanta con i suoi volumi architettonici, fluidi drappeggi e tailoring oversize, Simone Rocha crea look preraffaelliti ed estremamente eleganti, più da haute couture che da pret a porter. Victoria Beckham punta tutto sui contrasti, dalla palette di colori al mix di  tailoring maschile e romanticismo femminile, contrasto che continua nella collezione di Roland Mouret; da Preen si atterra in un manga, tra trench kimono style e stivaletti da combattenti, mixati ad abiti sottoveste con disegni di Mangam. Il denim domina da House of Holland, ma anche da Marques Almeida, ma quest’ultimo lo declina in un mood da streetstyle addolcito da pizzi e volant.

Nel clima di incertezza generale riguardo al futuro, buyers, stampa e addetti ai lavori sono tutti d’accordo nel credere che questa sia stata l’ultima London Fashion Week per come la si è conosciuta fino ad ora, salvo ripensamenti. Ed è quello che ci auguriamo tutti.

Per tutti i look, non perdete la Gallery

Cristina Izzo

Editor in Chief of TheAuburnGirl. Former Fashion Editor of Quotidianomime.com

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