La musica ipnotica di un flauto, la notte di Marrakech illuminata dai bagliori delle fiaccole, l’aria Mediterranea ad avvolgere tutta la scena: è stata questa la location dell’ultima sfilata Cruise di Dior. Maria Grazia Chiuri, direttore creativo della maison, ha portato i suoi ospiti in Marocco per presentare una collezione che rievoca le atmosfere europee e africane.
Chiuri omaggia molti dei suoi predecessori, primo fra tutti Yves Saint Laurent, primo direttore creativo della maison, maestro di audaci contrasti e che come Chiuri era ispirato dalle terre marocchine. Ma non solo il passato, in fatto la Chiuri ha coinvolto molti artisti locali nella creazione, ognuno chiamato ad interpretare uno specifico simbolo della maison: il celebre designer africano Pathé Ouédraogo, noto come aka Pathé’O, che ha creato una camicia esclusiva in omaggio a Nelson Mandela; quella con Martine Henry e Daniella Osemadewa, entrambe specializzate nella realizzazione di turbanti e fasce, quella con Grace Wales Bonner e Mickalene Thomas, che hanno reinterpretato il talleur Br, capo simbolo della rivoluzione stilistica attuata da Monsieur Dior nel 1947.
Il risultato? Una collezione inclusiva e multiculturale, che interpreta, unisce culture e tradizioni differenti in long dress, tuniche, soprabiti, gonne a pieghe e pantaloni Capri, e maxi bag, in una girandola di seta, garza e shantung, mentre elaborate e optical lavorazioni jacquard e fils coupés rendono preziosi lunghi caftani ed abiti dalla silhouette sottile.
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