Dal 2011 ad oggi, sono passati molti progetti nello spazio di Subalterno1: alcuni realizzati e editati appositamente per mostre autoprodotte, altri selezionati ed esposti durante esposizioni collettive tematiche.
Uno degli oggetti più ricorrenti nella pratica di auto-progettazione del designer è il vaso. Un oggetto che ha una funzione semplice, primordiale; non necessita di prestazioni particolari, ha dimensioni contenute e per questo è un “tipo” che spesso viene usato dai progettisti per sperimentare idee, intuizioni, materiali e lavorazioni.
Il vaso mostra l’essenza dell’idea. Può rappresentare l’intuizione iniziale da cui prendono origine altri progetti. Tra gli esempi in mostra, il vaso Introverso di Paolo Ulian è un caso emblematico: ideato e realizzato nel 2012 per la mostra analogico/digitale a cura di Stefano Maffei e Stefano Micelli ha dato poi origine a una collezione di lavabi per il marchio italiano antoniolupi.
Se l’origine del vaso è da rintracciare nel gesto delle mani a coppa per raccogliere e trattenere i liquidi, il vaso come artefatto concentra in sè i principi di progettazione che abitano la testa del designer.
Non è un caso se a Napoli il termine ‘A testa indica il vaso in terracotta preposto ad accogliere i fiori: ‘a testa – “il vaso” – è prima di tutto una mostra di idee raccontata at- traverso dei vasi.
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