Gucci, Hugo Boss e Laura Biagiotti chiudono la Milano Fashion Week tra colori e tagli inaspettati

Gucci torna ha sfilato, a Milano, negli spazi di M77, 1000 metri quadrati di architettura post-industriale, vicinissimo al Gucci Hub.
La sua è una linea datta di grande creatività, con un quesito insito negli abiti stessi: “dove finisce l’arte e dove inizia la pazzia?”
La sua è una linea fatta di trasparenze, alternate a completi, sia maschili che femminili, che ricordano le camicie di forza, rigorosi in color burro, accollati e scevri da decorazioni.
In opposizione, sono numerosi i capi in total black, rivisitazione di tagli e materiali che furono protagonisti negli anni ottanta.
Da Laura Biagiotti il guardaroba è, invece, senza tempo, senza costrizioni sociali o d’ età.
La collezione è versatile.
L’ iconico bianco, volge ai colori, in stile tie dye ed elegante.
Su tutto, campeggia il logo della maison, elemento grafico distorto fino a diventare una riga sottile, o il manico degli accessori.
Pattern ricorrente è il simbolo dell’infinito, ripreso concettualmente dai dai fiocchi, onnipresenti sui capelli, sui sabot sandals, sui corpetti dei vestiti.
L’effetto seduttivo è grandioso.
I materiali scelti spaziano dallo chiffon al denim, le cromie passano da bianco e blu fino ai colori pastello. 

Hugo Boss gioca col monocolore, dal bianco al nero al giallo. Gli orli si fanno più lunghi, le linee semplici, i tagli over. 

Si tratta di una collezione improntata sul minimalismo e la praticità, che ben si presta a tutte le occasioni d’uso.

La borsa è l’elemento comune, sia nella linea uomo, sia nella linea donna, la forma è over, tanto da sembrare, addirittura, un borsone da viaggio.

I pantaloni sono ampi, con tagli maschili, accompagnati da blazer oversize.

Credits Immagini: Vogueit

Elisa Ricci

Lifestyle Editor, Fashion Collaborator

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