MFW- Jil Sander, Alberta Ferretti, N°21, Moncler

[ngg_images source=”galleries” container_ids=”257″ display_type=”photocrati-nextgen_basic_slideshow” gallery_width=”600″ gallery_height=”600″ cycle_effect=”fade” cycle_interval=”10″ show_thumbnail_link=”0″ thumbnail_link_text=”[Mostra miniature]” order_by=”sortorder” order_direction=”ASC” returns=”included” maximum_entity_count=”500″]

Si aprono le danze per la Milano Fashion Week dove già i primi giorni vediamo come la sintesi diventa la chiave di lettura della collezione primavera/estate 2019.

Jil Sander scandisce la sua collezione con il verticalismo delle fogge accomunate da volumetrie over che sottolineano l’essenzialità delle camicie, dei cappotti e dei pantaloni palazzo. La zip, quindi, diventa l’unico dettaglio di questa collezione che abbonda con l’uso della seta, del cotone e della lana.

A rinforzo dell’essenzialità del marchio, la Jil Sander SS19 propone una palette di colore statica, dove ad abbondare sono i colori tenui intervallati dalle tonalità della terra, dal blu e dal nero.

Anche le donne che Alberta Ferretti manda in passerella sono volitive ma delicate: prediligono toni pastello e nuance delicatissime che paiono rubate dalla tavolozza di un truccatore. Si moltiplicano le rouche, il sangallo e le trasparenze, ma le scarpe sono piatte, il passo è svelto e le mani stanno in tasca nei pantaloni a banana redolenti di anni Ottanta. 

Da N.21 Alessandro Dell’Acqua, azzera sui riferimenti stradaioli e le durezze metropolitane per riscoprire il fascino perverso della borghesia. Le gonne al ginocchio, i tacchi a stiletto e le piume occhieggiano agli anni d’oro della couture, ma gli insiemi sono percorsi da idea di inappropriatezza ma anche proposta di un modello che incrina poco poco, pur nell’apparente ortdossia, il perbenismo che avanza strisciante per ogni dove.

Il visionario Remo Ruffini, patron di Moncler, per il next chapter del progetto senza stagione Moncler Genius sceglie cinque menti – Craig Green, Simone Rocha, Hiroshi Fujiwara, Kei Nonomiya e 1952 – e opta per una video presentazione che occulta i capi – inventivi sotto ogni aspetto – per suggerire solo mood e visioni. In tempi di visibilità totale, il mistero è doppiamente efficace.
 

Credits Immagini: Courtesy of Press Office

Rossella Alfani

Vice Editor TheAuburnGirl. Correspondent from Milan

Articoli consigliati

Share