Porcobrado si rifà il look. Dopo il lancio dell’apertura di locali di ristorazione in franchising nel 2018, la catena vuole dare nuovo lustro alla sua immagine, e per farlo si è affidata all’estro creativo di Emanuele Svetti.
Il progetto Porcobrado, dopo lo spazio “start-up” milanese ha già in programma 3 nuove aperture per l’anno 2020, con una imminente nel Nord Italia. Ispirandosi ad un contesto urban, metropolitano, dinamico, il noto architetto mixa modernità e la tradizione del brand, con elementi che richiamassero il concetto di macelleria. Traghettare il concetto “nomade” del foodtruck in un luogo stabile, dove fermarsi a scoprire ed assaporare un panino speciale in un’atmosfera festosa e appetitosa che facesse vivere proprio a 360 gradi l’esperienza toscana era la vera difficoltà.
Tutto assume un’identità forte, colorata, un’immagine impattante a cominciare dal logo, dove si fondono rosso, verde e nero, questi ultimi due diventano elemento dominante della location, capaci di attrarre lo sguardo di un passante. All’interno spazio a graffiti di uno street artist milanese, che raccontano la storia dell’allevamento, come le ricette del panino, con le salse che fanno da contorno, senza dimenticare l’importanza che il nuovo brand dà al tema della biodiversità. L’arredamento di venta informale e ludico, dove la parola condivisione è al centro. Il cibo è condivisione, un momento di raccolta, di chiacchiere, sorrisi, quindi Svetti colloca due social table con sgabelli neri che ospitano una quindicina di persone: questi, realizzati da un artigiano, su disegno dello studio, sono in larice sabbiato e carbonizzato, contenuti in un vassoio di metallo effetto calamina e sostenuti da catene, che sono quindi sia un elemento decorativo che strutturale.
Per il bancone degli ordini, l’ispirazione si rifà a quella di un vecchio banco da macellaio dei primi del novecento, anch’esso in larice sabbiato con il top in marmo. Le pareti dai colori verde sabbia sono rivestite con piastrelle di klinker, a richiamare un dettaglio molto usato in passato anche nella metropoli milanese.
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