Poco tempo dopo l’intervista fatta a Franca Sozzani su Anna Piaggi è intervenuto alla discussione Cesare Cunaccia, editor at large di Vogue Italia.

Cesare Cunaccia afferma che Anna Piaggi ha “inventato un nuovo linguaggio, un nuovo codice estetico. Negli anni ’60- continua Cesare- ciò era qualcosa di straordinario, stravolgente.”

MIME: Che rappresentava per Lei Anna Piaggi?

C. C. : Anna Piaggi era una sacerdotessa della moda, poichè la custodiva, la preservava e la rielaborava. Anna è stata una grande “veggente” per quanto riguarda tutto ciò che concerne la moda. Mi ricordo che andava alle sfilate indossando già una sua interpretazione della collezione che stava per vedere. Non si comportava in maniera estravagante per il gusto dell’apparire, ma con naturalezza e sempre, dico sempre, con una motivazione valida per cui compiva quella determinata azione o perchè si vestiva in quel determinato modo.

MIME: Si può paragonare Anna Dello Russo ad Anna Piaggi?

C. C. : Assolutamente no, sono due persone totalmente diverse. Anna Piaggi era rivoluzionaria, geniale, Anna Dello Russo è invece stravagante, ma non geniale. La Piaggi era vibrante, nuova ed affascinante, mentre la Dello Russo ha una visione rispettabile, ma di consumo dell’eccentrismo. Non è semantica fashion ma un’attitude, una forma di apparire comunicandosi…ma forse oggi, visti i tantissimi followers, ha ragione lei.

MIME: Quanto pensa che abbia influenzato la Piaggi il mondo della moda?

C. C. : Tantissimo! Basta vedere alle sfilate che gente gira. Il popolo delle sfilate, nelle sue frange più estremiste appare talvolta ridicolo,  circense, un manifestarsi privo di gusto e di ragione, del tutto fine a stesso che impone così un’immagine più o meno eccentrica ma che sovente, ahimè, è vuota di significato.

MIME: Grazie mille per le Sue delucidazioni.

C. C.: Grazie a te.