Qual è il filo conduttore di questa ultima collezione proposta da Etro per la prossima P/E 2014?

La risposta non può essere che immediata, chiara ed univoca: il trait d’union del lavoro proposto da Etro è senza dubbio la casualità disciplinata.

Realtà diverse per stile, colore, cultura, divengono il frutto di una studiata fusione. Così i punti di “rottura” diventano i tratti salienti, il leitmotiv di tutta la collezione attraverso uno strumento di impareggiabile valore: il colore.

E’ proprio nell’uniformità del colore, nella consequenzialità cromatica che Etro trova un senso di finto unito: non a caso, dà vita ad un “nuovo etnico” capace di combinare la simbologia del mondo esotico con i classici dell’estetica del Vecchio Continente.

Fantasie e stampe apparentemente così diverse e contrastanti tra loro, giallo,  glicine,  cobalto e corallo.

Usando un analogo paradigma, ci troviamo di fronte ad accostamenti di materiali tanto diversi tra loro- preziose  garze di seta, cashmere, jacquard, lurex- che, attraverso la consecutio del colore, si armonizzano perfettamente.

Micro elementi figurativi quasi si confondono tra i colori del classico paisley, presentato nella sua versione originale, ma con un alleggerimento nei toni del colore,  più tenui, inediti, freschi, nelle tonalità del camoscio stampato, pitone, maglia metallica e micropailles. L’elemento di contatto è il metallo, utilizzato nelle frange gioiello, nella passamaneria, nei bijoux, nei ricami e nelle cinture.

Tra le lavorazioni utilizzate spicca una tecnica ottomana, quella del cosiddetto martellato su rete, oltre agli intarsi, ai patchwork di tessuti.

Il nuovo etnico di Etro celebra l’unico vero protagonista: l’abito.

Immagini: style.com