Il vero must di questa e delle stagioni a venire sarà uno, e uno soltanto: essere eco friendly.

Essere consumatori responsabili non è mai stato così chic. Non sarà assolutamente necessario privarsi dei griffatissimi abiti all’ultimo grido che costellano le vetrine del centro, in favore di improbabili sacchi di juta rigorosamente home made. Basterà essere un po’ più attenti e soprattutto informati.

Perchè si sa, lo shopping, particolarmente per noi donne, raramente è razionale, e ancor più raramente è dettato da forti motivazioni etiche. Chi si sofferma seriamente a pensare da dove vengano quei meravigliosi capi che hanno catturato il nostro cuore? Quasi nessuno.

Eppure quando siamo al supermercato, davanti a frutta e verdure rigogliose e perfettamente lucidate, ci viene spontaneo chiederci da dove provengano, e che impatto ambientale abbia avuto la loro produzione. Davanti ad un paio di scarpe nuove, diversamente, ci viene solo da chiederci se siano facilmente abbinabili con il resto del nostro guardaroba o se possano far morire d’invidia amiche e colleghe.

Invece la responsabilità sociale d’impresa sta diventando un tema centrale nel mondo della moda e sta ai consumatori scegliere e premiare quelle aziende che si impegnano non solo nei confronti dell’ambiente ma anche nei confronti dei lavoratori.

Un’iniziativa volta a informare e a diffondere la cultura del consumo responsabile è So Critical So Fashion, una manifestazione, che proprio il settembre scorso ha compiuto quattro anni, e che si erge come contraltare della Settimana della Moda di Milano, organizzando conferenze e workshop volti a sensibilizzare il pubblico.

Proprio in questa occasione è stato presentato L’impresa moda responsabile, il nuovo libro di Francesca Romana Rinaldi, docente di moda&lifestyle presso l’Università Bocconi e SDA Bocconi, che illustra come sia possibile essere eco compatibili, socialmente responsabili e di assoluta tendenza.

Già diverse case di moda, da Gucci a H&M, hanno deciso di mettesi in gioco e di creare prodotti unici, non solo nella fattura, ma sopratutto grazie all’ideologia che vi sta dietro.

Fare shopping usando il cervello, ponendosi poche ma essenziali domande su quello che stiamo per acquistare, è ormai d’obbligo, perché essere alla moda è un piacere ma essere socialmente responsabili è un dovere. Quindi quale miglior cosa che coniugare entrambi gli aspetti, dando vita a vere icone di stile, di esempio per le persone che ci circondano?

Lucia Abbate

Immagini: La Stazione