Meglio togliere ogni dubbio: pashmina non è sinonimo di sciarpa. Non significa foulard, tanto meno uno scialle morbido con le frange. Solo perché avete qualcosa di caldo avviluppato al collo, non è detto che abbiate il diritto di battezzarlo pashmina.

Ebbene, è vero, è facile confondersi. Le numerose proposte sul mercato spesso finiscono per aggrovigliare disordinatamente, oltre che le sciarpe sugli espositori, anche le idee dell’acquirente: non c’è negozio che a suo modo non proponga pseudo-pashmine dalle fantasie più originali e dalla dubbia composizione.

Un po’di chiarezza è necessaria. Sicuramente la pashmina è una sciarpa dalla lana calda e morbida, ma… è importante chiedersi: di che tipo di lana? La materia prima in questione è il cashmere. Da dove si prende il cashmere? Dalle capre che pascolano nelle fredde valli himalayane a migliaia di metri di altitudine. Dov’è l’Himalaya? Beh, per questo sarebbe meglio una puntata di Superquark…

Per filare una pashmina, comunque è necessaria la lana cashmere più soffice e pregiata, quella corrispondente al sottogola del vello della capra, così sottile da risultare molto più fine di un capello. Al momento della tessitura il cashmere verrà unito a una trama di seta, che costituirà l’ordito della sciarpa e ne alleggerirà ulteriormente la struttura. Le frange che spesso si notano non sono altro che l’unione dei fili di seta della trama che vengono intrecciati tra loro.

Insomma, presupponendo un processo di filatura e tessitura così laborioso, è davvero difficile pensare di acquistare una vera pashmina per pochi euro. Il rischio fregatura è quasi scontato. Benché se ne vedano in giro di tutti i tipi, imitazioni più o meno credibili, è molto importante affidarsi all’etichetta. Solo cashmere e seta. E più alta sarà la percentuale di cashmere, più lo scialle potrà dirsi di qualità (oltre il 70% di questa lana garantisce  che si sta maneggiando un buon prodotto).

Negli ultimi anni questo accessorio si è diffuso in maniera quasi virale. Si sono viste quasi più “pashmine” (concediamo il beneficio del dubbio ad almeno metà dei capi in questione) nella nostra penisola che in India e non è difficile immagine il motivo di tale successo.

La pashmina è un capo davvero versatile. E’ perfetta per l’inverno, ma anche per i freschi climi primaverili o autunnali, inoltre può essere indossata in mille modi diversi (per ispirarvi, potete dare un’occhiata qui). È amata anche da coloro che mal sopportano la lana sulla pelle perché è così leggera e delicata da non causare alcun prurito. Essa può modificare un look, renderlo più originale, più grintoso (magari osando con un colore vivace), più elegante (appoggiato sulle spalle come una stola), oppure semplicemente un rimedio molto chic per proteggervi dal mal di gola.

Nella collezione Fall-Winter 2013-2014 questo capo must non poteva mancare. I grandi marchi, soprattutto made in Italy, esperti nella lavorazione del cashmere e di questo genere di accessori, l’hanno riproposto in svariate colorazioni, ma senza eccedere con le estrosità nelle decorazioni. Ciò non significa banalità, ma, al contrario, saper scegliere, possibilmente accantonando almeno per questo inverno quella  celebre quadrettatura beije e nera (ne esistono infiniti cloni) che negli ultimi inverni ha riscosso più successo di Lady Gaga.

Dopotutto, la pashmina, la vera pashmina, non ha bisogno di loghi o etichette per essere riconoscibile. Puntare sull’alta qualità è forse il miglior modo per combattere l’omologazione.