Il Festival dei Matti, giunto alla V edizione, segno indiscusso del successo delle iniziative proposte, ha affrontato con incontri e dibattiti il tema dell’esilio sociale, per capire quali invenzioni si sviluppino dalla sofferenza e dalla diversità.

Appropriata conclusione quindi lo spettacolo Asterix e Obelix, liberamente tratto da Asterix e il Regno degli dei di Goscinny-Uderzo, presentato dall’Accademia della Follia al Teatro Goldoni di Venezia.

Uno spettacolo comico, adatto a “snellire l’animo”, come dice il Regista Claudio Misculin che ha fondato l’accademia avendo recepito l’idea di Franco Basaglia e del suo assistente Antonio Slavich, secondo i quali dietro la malattia c’è sempre un uomo e che un uomo non può essere costretto nei parametri tecnico medicali.

L’accademia della Follia è fatta di uomini e donne, per gli uomini e per le donne e il teatro rappresenta una forma di liberazione dalle proprie paure e dalle proprie ossessioni.

Lo spettacolo divertentissimo, un mastodontico Obelix che scatenava le risate alla sola vista, tratta con ironia temi seri come l’ecologia e la sostenibilità, ma, afferma il regista “non con i colori maturi di chi considera ecologia e sostenibilità una gran bella cosa, ma come tutte le belle cose con i suoi effetti collaterali anche negativi e dannosi.”

Si parla di lavoro, di sindacati, di mercato, ma criticamente “soprattutto si svela il gioco del potere che con la scusa della tecnica (che nel 2013 è tecnologia, internet) che migliora la qualità della vita, sfrutta meglio e di più i lavoratori.”