Dagli anni ’80 l’economia ha influito sempre di più nel mondo della moda; ciò lo sa molto bene Miuccia Prada che, dal 2011, ha aperto oltre 10 boutique, sia Prada che Miu Miu, in tutto il mondo. Prada, infatti, da quanto riporta il sito vogue.it, ha aperto, il 22 dicembre 2011, un nuovo spazio a San Paolo del Brasile che è stato progettato dall’architetto italiano Robero Baciocchi in maniera classica ed essenziale come per gli altri store di Miuccia sparsi in tutto il mondo. L’importanza però di questo polo del lusso non è tanto il concept del negozio in se, ma l’annuncio di un probabile miglioramento della condizione economica dell’America Latina. Non si può non restare indifferenti a questa notizia e bisogna sperare che il progresso non aumenti solo in Europa ma anche nel resto del mondo.

Tutt’altra storia, invece, per il celebre marchio francese Vionnet guidato ora dalle sorelle Croce che, a dicembre dell’anno scorso, hanno deciso di aprire, proprio sotto lo showroom della griffe, una boutique monomarca. Il negozio è molto minimalista, semplice ed essenziale e si trova in Corso Manforte 18 al piano terra di Palazzo Premoli a Milano. Entusiaste per questa iniziativa, le sorelle Barbara e Lucia Croce, hanno deciso di creare una collana in limited edition, con una placca in ottone numerata, su cui è inciso lo storico simbolo della maison francese. Il gift è disponibile solo in questa boutique.

Un approccio molto simile a quello di Prada, invece, è stato fatto dalla stilista Elisabetta Franchi di Celine che, sempre lo scorso dicembre, ha allargato gli orizzonti della griffe aprendo uno store di 70 mq a Casablanca in Marocco. L’interior design del nuovo punto vendita è caratterizzato da specchi fumè e dalle pareti ricoperte da un tessuto, in color champagne dorato, con su la celebre doppia “C” del marchio. La stilista commenta così questo nuovo opening marocchino affermando di essere “consapevole che, a livello economico, la domanda globale sia oramai trainata dalla domanda in crescita dei paesi emergenti dai quali non è più possibile prescindere”.

Ivan Allegranti