“Era un aristocratico nato. Ne aveva lo stile e i gusti. Era uno dei paradossi della sua vita: lui che amava la ricchezza, il lusso, i bei vestiti, la generosità, viveva in povertà, se non in miseria. Il fatto è che aveva una passione esclusiva per la sua arte.”

Così Paul Alexandre tracciava un breve eppur efficace ritratto dell’amico Amedeo Modigliani, uomo avvenente, raffinato, geniale e trasgressivo, che lasciò Livorno, trasferendosi a Parigi per vivere l’esperienza artistica a trecentosessanta gradi e consumare la sua breve vita di genio incompreso, tra la pittura, i tanti amori, l’assenzio e il vino.

Da oggi, la produzione di Modì, come affettuosamente lo chiamavano, dal periodo di formazione a Livorno fino al trasferimento in Francia, è in mostra a Pisa nelle sale di Palazzo Blu, dove resterà fino al 15 febbraio 2015. Si tratta di un corpus di 100 opere, di cui ben 70 provenienti dal Centre Pompidou, e 30 appartenenti a collezioni pubbliche e private, un mix di pittura, scultura e disegno.

Presenti anche alcune foto dell’artista. Nella mostra, intitolata Amedeo Modigliani et se amis, compaiono anche opere di altri artisti che gli furono vicini, tra cui Chagall, Picasso, Brancusi, André Derain, Léopold Survage.

Sette le sezioni in cui si suddivide il percorso: Modigliani in Italia, Modigliani a Parigi, La Scultura, Il Cubismo, Modigliani, il ritrattista genio, La cerchia degli amici di Modigliani, I disegni di Modigliani. In parallelo, al Museo Nazionale San Matteo è stata allestita la mostra satellite I falsi Modigliani dove si possono “ammirare” i famosissimi falsi ritrovati il 24 luglio 1984 a Livorno.


Immagini: Press Office