A Venezia, alla Fondazione Querini Stampalia si potrà visitare fino all’11 gennaio “C’era una volta la Russia. Lo sguardo di Ivan Glazunov” una mostra, curata da Silvia Burini e Giuseppe Barbieri, che allinea dipinti, antichi costumi russi di eccezionale fattura e preziosi oggetti d’arte popolare della collezione dell’artista.

La tematica centrale del suo lavoro è dedicata alla progressiva scomparsa dei valori tradizionali e in tutti i suoi quadri i paesaggi del nord della Russia sono visti con lo stupore dell’infanzia, ma permeati da malinconica nostalgia. “Arriva un momento in cui ci accorgiamo che quanto di più bello esiste al mondo – afferma Glazunov – è penetrato in noi allorché la nostra anima bambina ha vissuto in comunione con la natura, i primi inverni, le primavere, i temporali, le nevi. Per questo il paesaggio è il mio genere preferito”.

Ma non solo paesaggi, Glazunov espone anche quadri di vita familiare, in cui i due  figli e la moglie del pittore sono ritratti con costumi tradizionali mentre svolgono attività domestiche, in ambienti dove il tempo si è fermato.

Splendida anche la collezione di costumi russi, in stoffe preziose e con ricami di sapore bizantino.

Una video installazione con riprese d’autore della regione di Archangel’s eseguite dal pittore e da sua moglie, la regista Julija Glazunova, immergono lo spettatore in un’atmosfera d’antan. Tradizioni e costumi russi scorrono davanti ai nostri occhi presentandoci la Russia cara all’autore che ribadisce: “abbiamo bisogno di preservare i nostri valori originari, che ci hanno sostenuto in ogni momento: sono il perno che ci ha permesso di non perderci, che ha conservato la nostra immagine come popolo. Voglio mostrare ciò che mi è caro della Russia, ciò che amo. Durante tutta la mia vita ho raccolto e studiato pezzi di antiquariato russo… anche questi segni hanno creato l’immagine della Russia che amo e che è importante per me. Che voglio conservare per  i miei figli e condividere con il pubblico”.

Immagine: Studioesseci.net