Iniziava cento anni fa l’avventura di Salvatore Ferragamo, che nel 1915 si imbarcò alla volta degli Stati Uniti. Aveva sedici anni e grandi speranze per il futuro.
A Boston lo attendeva uno dei fratelli, che lavorava presso una fabbrica di stivali da cowboy. Che quella del calzolaio fosse la sua autentica vocazione, Ferragamo lo aveva capito giovanissimo, si dice a soli nove anni, dopo aver creato il suo primo paio di calzature per la cresima della sorella.
Per un anno aveva lavorato come apprendista per un calzolaio a Torre del Greco, per tornare poi alla natia Bonito, dove aveva aperto un piccolo negozio di scarpe su misura. Poi una visita del fratello Alfonso, emigrato in America, cambiò tutto. Alfonso spiegò a Salvatore come in America tutto fosse prodotto in serie, come produrre una scarpa fosse questione di pochi minuti e come nessuno lavorasse più a mano. In America, sosteneva Alfonso, Salvatore avrebbe potuto guadagnare molto di più con le sue calzature realizzate su misura. Dopo un’iniziale resistenza, Salvatore si lasciò convincere e nel 1915 partì per raggiungere il fratello.
Per qualche tempo lavorò presso la fabbrica di Boston dove era impiegato anche il fratello, ma presto si spostò in California, prima a Santa Barbara, poi a Hollywood, dove presto avrebbe conquistato la sua fama di “calzolaio delle star”. Fu a Hollywood, infatti, che il suo negozio di riparazioni e calzature su misura, l’Hollywood Boot Shop, catturò l’interesse delle star del cinema, e presto il lavoro di Ferragamo si specializzò nel campo dell’industria cinematografica. Da Lillian Gish nei suoi primi film muti, a Marilyn Monroe in Quando la moglie è in vacanza, da Greta Garbo che acquistò 70 paia di scarpe nel corso di un’unica visita alla sua boutique fiorentina, fino alle celebri scarpette rosse di Dorothy nel Mago di Oz, Ferragamo è diventato uno dei marchi più amati e celebrati di Hollywood.
Non solo: alcuni clienti si erano lamentati della scomodità di alcune calzature di Ferragamo e così il designer decise di iscriversi alla University of Southern California di Los Angeles per studiare anatomia. Ebbe così modo di approfondire la distribuzione del peso e lo scheletro umano e capì che le scarpe così come venivano realizzate fornivano sostegno solo per il tallone e per l’avampiede. Ferragamo iniziò così a produrre scarpe con un supporto per l’arco plantare e le sue creazioni divennero non solo le più ricercate di Hollywood, ma anche le più comode.
Nel 1927, dopo tredici anni in America, Ferragamo tornò in Italia e aprì il suo primo laboratorio a Firenze, in via Mannelli 57. Da allora il suo brand è diventato famoso nel mondo. La sua storia di giovane emigrato diventato beniamino delle star e tornato poi in patria a realizzare i propri sogni è stata raccontata da Ferragamo stesso nella sua autobiografia, Il Calzolaio dei Sogni, dove lo stilista mette in evidenza, prima ancora della propria avventura umana e professionale, l’importanza di scegliere le proprie scarpe con cura:
«Questo è il lavoro di tutta la mia vita: imparare a fare scarpe perfette, rifiutando di mettere il mio nome su quelle che non lo sono. Quindi, per favore, al di là della storia del ragazzino scalzo e ignorante che è diventato un celebre calzolaio, concentrate la vostra attenzione sul piacere che deriva dal camminare bene. »
Immagini: Ferragamo.com/museo/en/us
The adventure of Salvatore Ferragamo began a hundred years ago, who in 1915 set sail for the United States. He was sixteen and had high hopes for the future.
In Boston, one of the brothers waited for him, who worked at a factory for cowboy boots. Ferragamo thought cobbler was his true vocation and he understood this at a very young age, they said nine years after creating his first pair of shoes.
For a year he worked as an apprentice to a shoemaker in Torre del Greco, then returned to his native town of Bonito, where he opened a small shoe store. Then after a visit from his brother Alfonso, who emigrated to America, everything changed. Alfonso explained to Salvatore that in America everything was mass produced, and to produce a shoe took only a matter of a few minutes, and as no longer made by hand. In America, argued Alfonso, Salvatore could earn much more with his shoes made to measure. After initial resistance, Salvatore was persuaded and in 1915 he left to join his brother.
For a time, he worked at the factory in Boston where his brother was also employed, but soon moved to California, first Santa Barbara then Hollywood, where he soon gained his reputation as a “shoemaker to the stars”. It was in Hollywood, in fact, that his repair shop and custom-made footwear, the Hollywood Boot Shop, captured the interest of movie stars, and soon the work of Ferragamo specialized in the field of the film industry. From Lillian Gish in her early silent films, to Marilyn Monroe in The Seven Year Itch, Greta Garbo, who bought 70 pairs of shoes during a single visit to his boutique in Florence, to the famous red shoes of Dorothy in The Wizard Oz, Ferragamo has become one of the most popular and celebrated brands in Hollywood.
Some customers had complained about the constructioin of some Ferragamo shoes, so the designers decided to attend the University of Southern California in Los Angeles to study anatomy. They were thus able to deepen the weight distribution and give more support the human skeleton, since they realized that shoes that are made well provided support for the heel and the forefoot, and thus the entire body. Ferragamo then began producing shoes with a support for the arch and his creations became not only the most sought after in Hollywood, but also the most comfortable.
In 1927, after thirteen years in America, Ferragamo returned to Italy and opened his first workshop in Florence, Via Mannelli 57. Since then, his brand has become world famous. His story of a young emigrant became inspiring to many. His dreams were told by Ferragamo himself in his autobiography, “The Shoemaker of Dreams”, where the designer highlights, even before their human and professional adventure, the importance of choosing one’s own shoes with care:
“This is the work of my life: learn to make perfect shoes, refusing to put my name on those that are not. So please, beyond the story of the barefoot and ignorant boy who became a famous shoemaker, focus your attention on the pleasure that comes from walking properly.”
Images: Ferragamo.com/museo/en/us
Comments by elisa martellini