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Ci sono tre cose che segnano la carriera di una cantante americana e che fanno capire di avercela fatta ad entrare nell’Olimpo della musica: aver vinto più di un Grammy in anni differenti con dischi differenti, cantare l’inno nazionale per il proprio Presidente o in occasione di un grande evento, e, dulcis in fundo, cantare nell’intervallo del SuperBowl.
Poi, se riesci a fare in una vita sola entrambe le ultime due cose, beh, allora sì che non te ne importa più nulla dei milioni di cd che vendi in giro per il mondo.
Deve aver pensato questo Katy Perry la notte di domenica mentre entrava sul campo del Phoenix University Stadium in groppa ad una tigre meccanica per cominciare il suo Halftime Show. Divertente e divertita, Katy Perry ha cantato, senza steccare, e fatto cantare, ballare.
Ospite generosa, ha diviso il palco con due grandi come Lenny Kravitz, sexy e perfetto nel duetto “I kissed a Girl”, e Missy Elliott. Uno spirito cartoon come mai si era visto durante un Superbowl, fra ballerini-squali e palle danzanti, giochi di luce e fuochi d’artificio.
Se era tesa per l’enorme pressione subita nelle settimane precedenti all’evento, Katy Perry non l’ha mai dato a vedere, ingannando tutti e distogliendo l’attenzione da lei, ma con gli occhi su di lei. Se la sua performance canora è stata bella ( composta da un medley dei suoi maggiori successi), ma non eccezionale come quella dello scorso anno di Beyoncè o monumentale come quella di Madonna qualche anno prima, i suoi outfits e i suoi cambi d’abito hanno catturato l’attenzione.
Katy Perry ha messo in scena la sua personalissima sfilata con l’aiuto dell’amico e designer Jeremy Scott, direttore creativo di Moschino: un abito fiammeggiante per l’entrata che doveva essere trionfale,ma l’abito non era strepitoso quanto il mostro meccanico che Katy domava.
Il secondo look era in perfetto stile “California Gurl”: succinto, colorato, spiritoso e giocoso come il migliore cartone animato della Disney, e qui Katy ha fatto centro, per sbagliare poi con il terzo outfit indossato durante il duetto con Missy Elliott. L’aria da rapper poco si addice alla sempre sensuale Perry, e la maglietta oversize era più in sintonia con l’ambiente che con chi l’indossava.
Cascata di stelle e luccichii nel finale: una stella tra le stelle e i numerosi led presenti all’interno dello stadio, Katy, fasciata in un abito bianco e pieno di stelle, ha concluso lo show sulle note grintose e piene di speranza di Fireworks. “Più luminosa della luna” dice la canzone e Katy, memore delle sue parole, ha colto nel segno. 20.000 cristalli sono stati utilizzati in totale per i suoi outfits, ma era una notte da celebrare, quindi tanto vale godersela fino in fondo, avrà pensato la cantante.
E mentre i Patriots vincevano il loro quarto SuperBowl contro i Seahawks, Tom Brady entrava nella storia del football e baciava felice la moglie Gisele Bundchen, e tutti già pensavano a chi canterà al prossimo Superbowl, per l’esattezza il Cinquantesimo ( e già si fa il nome dell’amica/nemica della Perry, Taylor Swift), Katy Perry sorrideva felice mentre si tatuava il numero 49 sull’anulare sinistro: vestita in total look da Jeremy Scott, sapeva di aver vinto.
Immagini: TheTelegraph
Comments by Cristina Izzo