Si è conclusa il 13 aprile, Bolzano Cinema-Bozner Tage, la rassegna con cui il capoluogo altoatesino conferma il ruolo di incontro culturale tra nord e sud e si configura come il luogo più adatto a fare conoscere la cinematografia mitteleuropea.
Il film premiato è Schrebenpark di Bettina Blümmer, tratto dal romanzo “Broken Glass Park” di Alina Bronsky.
Sascha, una ragazza tedesca di origine russa, ha assistito all’omicidio della madre ad opera del suo patrigno e cerca di superare il trauma sognando di scrivere un libro e di vendicarsi.
Un film nella tradizione del Bildungsroman in cui la protagonista trova il modo di maturare e crescere.
Motivazione della giuria: “Il film accompagna la fase di profonda crisi esistenziale di una giovane donna e lo fa con una asciuttezza formale e drammaturgica senza paragoni. È stupefacente come la regista racconti con leggerezza e umore un destino drammatico, scandagliando confini che peró non oltrepassa mai. In questo film funziona tutto: sia la direzione di un impressionante gruppo di attori fino anche alla cura della più piccola interpretazione, sia l’autentico linguaggio dei personaggi, che una sceneggiatura netta e precisa dove la protagonista Jasna Fritzi Bauer accompagna per mano gli spettatori nel suo viaggio emozionale a cui anche ad essi è permesso di prendere parte”.
Una menzione speciale al film italiano “In grazia di Dio” di Edoardo Winspeare un “film che getta uno sguardo spietato, ma allo stesso tempo affettuoso e mai romatico, sulla quotidiana lotta per la sopravvivenza di una famiglia in crisi economica in una ben disegnata regione. Attraverso un gruppo di attori non professionisti di bravura fuori dal comune, il regista racconta come circostanze esterne portino al crollo dei progetti di una vita. I vari personaggi momentaneamente distrutti dal fallimento dei loro progetti trovano in se stessi la forza di rialzarsi con grande dignità e fierezza”.
Una menzione speciale al documentario “Wir können nicht den hellen Himmel traumen” di Carmen Tartarotti, il film più votato dal pubblico in sala, che racconta la vita di due suore, le ultime inquiline di un convento in un paesino dell’Alto Adige e le situazioni bizzarre, talora anche comiche, in cui si trovano coinvolte.
Il premio per il miglior documentario è stato assegnato a Der Imker del regista curdo-siriano, ma cittadino svizzero, Mano Khalil, che racconta l’odissea di un apicoltore nell’affrontare e superare grandissime avversità con dignità, passione e fiducia.
Tra i corti si è meritato una Menzione speciale Der Pinguin di Annette.
Il personaggio principale é un pinguino serial killer erotomane ed eroinomane che “in un crescendo di azioni sorprendenti, disgustose e raccapriccianti suscita nello spettatore una dirompente ilarità”.
Immagine: Official Facebook Page BoznerTage
Comments by Maria Eugenia Panzera