Mercoledì 4 giugno 2014 il vernissage della mostra “Art or Sound” della Fondazione Prada ha riaperto al glamour la sede di Ca’ Corner della Regina (la mostra rimarrà aperta dal 7 giugno al 3 novembre).

Per assistere all’evento sono arrivati grandi curatori e grandi artisti, da Mario Codognato, capo dipartimento del Museo del Belvedere di Vienna, a Giovanna Melandri del Maxxi, dal compositore Carsten Nicolai a Julia Peyton-Jones della “Serpentine Gallery” di Londra.

Impossibile avvicinarsi ai personaggi importanti attorniati da giornalisti e fotografi, tuttavia ho intrecciato una piacevole conversazione con Elda Henry, che si è ironicamente auto definita “l’ultima vedova surrealistica,” e che non manca mai alle mostre che presentano opere di suo marito, Maurice Henry. Qui del grande pittore surrealista si può ammirare il “Violino fasciato”, un Omaggio a Paganini.

Durante la serata si sono susseguiti tre concerti del Nuovo Teatro Futurista, realizzati in collaborazione con la Fondazione Santa Cecilia di Portogruaro, sotto la direzione di Pietro Verardo.

La mostra sottolinea sin dal titolo il rapporto di simmetria e ambivalenza esistente tra opere d’arte e oggetto sonoro. L’esposizione si articola nei due piani nobili del palazzo ed affronta oltre ad arte e musica, i temi del suono e della luce, della scrittura e del movimento, della scultura e dello strumento musicale.

Per tutta la sera una incredibile folla di visitatori ha letteralmente invaso le sale del palazzo che è diventato realmente “un teatro di cose e di eventi in cui, come afferma il curatore Germano Celant, la connotazione – È arte o suono ? È sound art o artigianato musicale?- tende a decadere.”  

Il percorso storico offre una raccolta di manufatti sonori dal Rinascimento alla contemporaneità, così da definire un’esperienza mnemonica, visiva ed uditiva durante il percorso espositivo inducendo un’interazione diretta fra il visitatore e le opere, in un museo trasformato in un luogo vitale.

“La dittatura del vedere- dice infatti Celant– deve lasciare il posto a una democrazia che include la multisensorialità”.

Immagini: Venezia.com, Press Office, nell’ultima foto Elda Herry