A Verona “Tina Modotti. Retrospettiva. Fotografia Passione Rivoluzione”, ( 29 novembre 2014- 8marzo 2015) una mostra imperdibile per chi vuole conoscere la vita e l’esperienza artistica di una delle personalità più eclettiche del secolo scorso.
Bella, forte e rivoluzionaria, emigrata giovanissima con la famiglia dal Friuli a San Francisco, appena diciassettenne Tina Modotti iniziò a lavorare come sarta sognando il palcoscenico. Divenne attrice di teatro e di cinema in California, fotografa nel Messico post rivoluzionario degli anni venti, musa di artisti e poeti, fece della sua vita arte e della fotografia strumento della sua militanza politica.
Nel memoriale per la sua cerimonia funebre, lo storico messicano Miguel Othon de Merdizabal ha scritto: “L’esistenza di Tina Modotti è stata un’umile vita di lotte e di dolore; la vita la ferì nei suoi più profondi sentimenti di donna ed essa continuò a lottare per le sue idee silenziosa e tenace, esprimendo il suo squisito temperamento di artista, in magistrali fotografie che rivelano un sentimento occulto negli uomini e un’insospettata bellezza nelle cose”.
Tina Modotti ha avuto una vita da romanzo, una vita di passioni e fotografie, tante fotografie: dai reportage di vita quotidiana dei messicani, alla documentazione degli organi politici comunisti, dai ritratti degli amici artisti, alle sperimentazioni astratte, fino allo still-life e alle fotografie pubblicitarie.
Realizzata dall’associazione culturale CinemaZero in collaborazione con il Comune di Verona, il Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri e Silvana Editoriale, curata da Riccardo Costantini, l’esposizione è un’attenta analisi del suo essere donna e fotografa: uno studio completo della sua carriera eclettica, della sua vita densa e movimentata, del suo attivismo politico e della sua produzione fotografica.
Un’artista che non si considerava tale “Sempre, quando le parole “arte” e “artistico” vengono applicate al mio lavoro fotografico, io mi sento in disaccordo… Mi considero una fotografa, niente di più. Se le mie foto si differenziano da ciò che viene fatto di solito in questo campo, è precisamente perché io cerco di produrre non arte, ma oneste fotografie, senza distorsioni o manipolazioni.” (Tina Modotti, Sulla fotografia).
Tina Modotti è scomparsa il 5 gennaio 1942, a soli quarantasei anni.
Sulla sua tomba, nel Pantheon de los Dolores a Città del Messico, è incisa la prima strofa della poesia “Tina Modotti é morta” di Pablo Neruda: Tina Modotti, sorella, tu non dormi, no, non dormi/ forse il tuo cuore sente crescere la rosa/ di ieri, l’ultima rosa di ieri , la nuova rosa./Riposa dolcemente sorella.
Immagine: Comune di Verona
In Verona the “Tina Modotti. Retrospective. Passion Revolution Photography” (November 29 2014-8 march 2015) show is a must for those who want to know the life and the artistic experience of one of the most eclectic personalities of the last century.
Beautiful, strong and revolutionary, at a very young age she emigrated with her family from Friuli in San Francisco. At just seventeen she began working as a seamstress but dreamt of being on stage. She became an actress of theater and film in California, a Mexico post-revolutionary photographer in the twenties, muse of artists and poets, she made her life and art of photography an instrument of her political activism.
In the memorial for her funeral ceremony, the historic Mexican Miguel Othon de Merdizabal wrote: “The existence of Tina Modotti was a humble life of struggle and pain; life the wounded in her deepest feelings of a woman, and she continued to fight for her silent and tenacious ideas, expressing her exquisite temperament of an artist in masterful photographs that reveal a hidden feeling in men and an unsuspected beauty in things.”
Tina Modotti had a life of romance, a life of passion and many photographs: the reportage of daily life of Mexicans, the documentation of the communist political bodies, from portraits of artist friends, abstract trials, until the still-life and the publicity photos became her main focus.
Made by the cultural association Cinemazero in collaboration with the City of Verona, the International Center of Photography, Scavi Scaligeri and Silvana Editoriale, curated by Riccardo Costantini, the exposure is a careful analysis of her being a woman and a photographer: a comprehensive study of her eclectic career, the full and busy life of political activism and her photographic production.
“Still, when the word ‘art’ is applied to my photographic work, I feel I disagree … I consider myself a photographer, nothing more. If my photos are different from what is usually done in this field, it is precisely why I try to produce not art but honest photographs, without distortion or manipulation.” (Tina Modotti on her photographs). She died on January 5, 1942, at just 46 years old.
On her tomb in the Pantheon de los Dolores in Mexico City, it is inscribed with the first stanza of the poem “Tina Modotti is dead” by Pablo Neruda: Tina Modotti, sister, you do not sleep, no, you do not sleep/ maybe your heart hears the rose grow/ Yesterday, the last rose / yesterday, the new pink./ Rest gently sister.
Image: Comune di Verona
Comments by Maria Eugenia Panzera