Eleganti signore romane incedono sulla passerella di Fendi per la collezione autunno-inverno 2015/16 che omaggia il Colosseo Quadrato, il nuovo quartier generale della griffe.
Dai tagli ai minuziosi dettagli, la collezione rimarca all’ennesima potenza lo spirito di romanità e soprattutto di italianità della donna Fendi che lascia per una stagione le vesti della it-girl per trasformarsi in un’elegante donna del mondo.
Cosmopolita e moderna, la Fendi woman si ricopre di cappotti e gonne dal taglio architettonico e lineare ma anche da top in morbidissima pelle che richiamano le loriche segmentate (le armature romane del 1 secolo Dopo Cristo), che si contrastano a forme morbidissime e gonfiate di cappotti e short dresses. Le pellicce invece sono severe ed austere, quasi richiamassero un’epoca buia (una citazione dei difficili tempi moderni?).
Non solo. Le borse, in particolare le storiche Peek-a-boo e la nuovissima itbag By The Way, si vestono di fantasie geometriche che ricordano le pitture futuriste di Giacomo Balla, in particolare il dipinto “Velocità astratta+ rumore” del 1913 e anche le scarpe hanno a che fare con l’arte futurista. I tacchi sembrano ispirarsi alle sculture in movimento di Umberto Boccioni e, soprattutto, per il loro senso di sinuosità geometrica, all’opera più celebre dell’artista calabrese “Forme uniche della continuità nello spazio” sempre del 1913.
Una donna quindi che si deve armare di forza, coraggio e visioni futuriste per vivere in questi tempi? Sicuramente ma rimane fondamentale il fatto che la sua italianità e romanità deve essere solida anzi, rimarcata. Sempre.
E così, da pochi giorni, Fendi si affaccia a segnare la sua storia, quella delle sue donne ma anche quella di Roma, insediandosi con i suoi quartieri generali al Palazzo della Civiltà Italiana, inutilizzato per ben 72 anni.
Per l’occasione, le luci di Mario Nanni ed una cena sul tetto del Palazzo per 250 selezionatissimi invitati tra cui, oltre a Karl Lagerfeld, Silvia Venturini Fendi, Betrand Aranult e Pietro Beccari, hanno partecipato il Ministro Maria Elena Boschi, Marco De Vincenzo, Imran Amed, Katie Lyall, Amanda Harlech, Charlotte Stockdale, le cinque sorelle Fendi, la famiglia Beccari (la moglie e le due figlie), nonché Delfina Delettrez Fendi, Emiliano Salci, JJ Martin e Britt Moran, celebrando così questo importante evento.
Un trasloco dal costo mensile di circa 250 mila euro, che mira a livello aziendale a razionalizzare tutta la fase creativa, produttiva, di vendita e gestionale della maison, fondata da Adele Fendi nel 1926 ma anche a stabilire una volta per tutte le proprie radici.
Ma quanto è importante ora come ora rimarcare la propria identità nella moda? È semplicemente fondamentale, perché è l’unico modo con cui il pubblico può conoscere la storia del brand ed il suo prodotto.
In un mondo così “overbooked” in tutti i settori distinguersi, oltre per quello che si fa, anche per quello che si è, è basilare per fidelizzare il consumatore finale, soprattutto se giovane e inesperto o particolarmente attento ed informato.
“Spogliarsi” della propria internazionalizzazione per mostrare le proprie radici è rimasto, per pochi, un elemento essenziale della propria strategia aziendale ma due o tre anni fa, la situazione era ben differente.
Si aveva infatti un boom sull’identità di ogni griffe, dalle Sicily bags di Dolce e Gabbana che riportavano l’indirizzo “via San Damiano 7”, sede dell’atelier del celebre duo stilistico a Giorgio Armani per toccare Donna Karan e Burberry e così via.
Ora però la situazione è differente, perché dal “dimostrare” la propria provenienza si è passati al mostrare le proprie abilità artigianali. Un bene o un male? Nè l’uno nè l’altro, semplicemente strategie differenti o che lavorano in simbiosi che però portano i loro frutti, visti gli stratosferici fatturati. Fendi, stando su questa scia, per il secondo anno consecutivo cresce del 15% e sfiora il miliardo di fatturato annuo.
E così, trasferendo tutte le attività dallo storico Palazzo Fendi in via Fontanella Borghese al Colosseo, si trasforma e si evolve la storia della maison sempre pronta ad esplorare nuove sfaccettature della Città Eterna, a partire dalla mostra dal titolo “Una nuova Roma. L’EUR e il palazzo della Civiltà Italiana” a cura di Vittorio Vidotto e Carlo Lococo, aperta al pubblico fino al 7 marzo 2016.
Immagini: Fendi Official Facebook Page; Vogue.co.uk; Icon Panorama
Comments by Ivan Allegranti
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