È il contrasto il primo motore mobile della collezione f/w 2014 di Muslim Brothers in cui gli abiti scaturiscono dall’incontro-scontro tra eleganza e vita di strada, stile tribale e universale, cultura popolare e classica.
Il brand, fondato nel 2011 dagli israeliani Tamar Levit e Yaen Levi, che si sono conosciuti poco più che ventenni allo Shenker College of Engineering and Design, è ispirato alle differenze culturali, simbolo della loro Nazione, e alla forza attraente degli opposti.
Le chiavi di lettura del brand sono da ricercarsi tra il rap style e l’urban-ethnic, passando per il cyberpunk.
Capi unisex evocano una solidità fluida data da un crescendo di colori opposti e un mix di tessuti a contrasto. Cotone, lino, seta, spugna e tessuto tecnico vengono accostati in modo imprevisto per effetti materici e visivi suggestivi.
Le morbide casacche abbinate a pantaloni larghi e leggings, vaporose gonne, felpe-vestitini e ad abiti kimono e a sacco, abbelliti da stampe color bronzo e argento, coniugano la vitalità dei sobborghi etnici ad un’estetica pura e semplice.
Unico tratto che fa la differenza tra uomo e donna, è il copricapo. Fiori per lei, berretto con visiera per lui è l’accessorio must capace di spezzare l’effetto unisex.
Un design dalla bellezza androgina, quello di Muslim Brothers, che vuole sottolineare quanto il vero protagonista sia l’abito non chi lo indossa.
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