L’inafferrabile artista urbano, attivista politico, regista, pittore da lungo tempo in fuga, conosciuto con lo pseudonimo di Banksy, è stato arrestato questa mattina dalla London Metropolitan Police. Dopo ore di interrogatorio e un raid presso il suo studio situato a Londra, sono emersi il vero nome e l’identità dell’uomo: Paul Horner, 35 anni, nato a Liverpool.
La BBC ha poi confermato i dati anagrafici dell’uomo, attraverso l’agente PR di Baksy, Jo Brooks, passando attraverso Pest Control, sito web che opera per conto dell’artista.
Horner è stato fermato a Watford, un piccolo borgo nell’ Hertfordshire, a seguito di una task force mirata a braccare e seguire l’attività dell’artista e della sua cerchia di collaboratori. Lyndon Edwards, capo della London Police, ha descritto il momento dell’arresto: “Abbiamo colto in flagrante cinque uomini, impegnati a completare un graffito su un muro. Quattro di loro avevano con se la propria ID card, tranne uno, ovvero Horner, il presunto Banksy. Una volta arrivati allo studio dell’artista, abbiamo trovato discrete somme di denaro e bozze di futuri progetti. Al contempo abbiamo notato il passaporto e la carta ID di Paul Horner, il quale corrispondeva perfettamente all’uomo che avevamo appena fermato”.
Il sospetto è attualmente in stato di fermo con l’accusa di vandalismo, conspirazione, organizzazione criminale e contraffazione, insieme ai suoi collaboratori colti in flagranza di reato.
Già nel 2010 era stato fermato un uomo, sospettato di essere il celebre artista. La notizia era trapelata sconvolgendo gli amanti dei graffiti. Questi in pochissimo tempo avevano invaso il web con petizioni e commenti contro il governo inglese. A seguito del rilascio dell’uomo e con l’apparizione di una nuova opera di Banksy, la notizia si era rivelata per quello che era: una semplice bufala.
Verità o ennesima soffiata erronea che sia, il web e gli stessi inglesi si sono espressi totalmente a favore dell’artista: “Le opere di Bansky non sono vandalismo, come le ha definite la polizia metropolitana, bensì esempi di bellezza e libertà di espressione. In una società con problemi più gravi, come droga e violenza, questa caccia all’artista non è altro che uno spreco di tasse e una limitazione dell’espressione individuale” ha commentato Matthew Williams, un abitante di Watford, presente al momento dell’arresto.
Immagini: Nationalreport.net
Comments by Alice Minissale