Le campagne pubblicitarie di Benetton si sono schierate fin dagli anni settanta a difesa della diversità, suscitando spesso polemiche e critiche. Ora “#IBelong”, la nuova campagna dell’azienda veneta, sostiene il programma dell’UNHRC per porre fine all’apolidia.
Utilizzando immagini e strumenti di comunicazione la United Color of Benetton si ripropone di coinvolgere l’opinione pubblica, con l’obbiettivo di raggiungere i dieci milioni di sostenitori in dieci anni e porre fine a questa discriminazione. Milioni di persone in tutto il mondo sono infatti prive della cittadinanza di origine senza possederne un’altra. Senza diritti, prive di servizi e protezioni che i Paesi normalmente offrono ai loro cittadini, spesso private del diritto all’istruzione, all’assistenza sanitaria, all’occupazione, alla libertà di movimento.
Gli apolidi sono cittadini invisibili, non possono sposarsi, registrare la nascita dei figli o, addirittura, avere una degna sepoltura o un certificato di morte alla fine della loro vita. Un non status che si trasmette per generazioni, andando a colpire le minoranze etniche come i Bihari in Bangladesh, i Rohinga nella ex Birmania e oltre 600mila cittadini rimasti senza patria dopo la polverizzazione dell’Ex Unione sovietica.
Spesso l’apolidia è una conseguenza diretta di una discriminazione contro un’etnia, una religione o un sesso.
Le immagini della campagna, “costituiscono la spina dorsale creativa di questo progetto ambizioso”, inducendo il pubblico a firmare una lettera aperta per porre fine all’apolidia.
United Colors of Benetton propone una bellissima mappa interattiva dinamica, che documenterà il supporto online per la campagna #IBelong. Tutti questi strumenti visivi, digitali e online permetteranno all’UNHCR e ai sostenitori della campagna di diffondere il messaggio e di stimolare il sostegno al progetto.
Immagine: United Colors Of Benetton Official Facebook Page
Comments by Maria Eugenia Panzera