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A Genova, Nell’Appartamento del Doge del Palazzo Ducale, è allestita la mostra Da Kirchner a Nolde. Espressionismo tedesco 1905-1913, visitabile dal 5 marzo al 12 luglio .
Nel primo Novecento ebbero luce due nuove correnti con concezioni dell’arte profondamente diverse: per l’Art Nouveau ed i Secessionisti Viennesi l’arte doveva essere ricerca del bello, libera da costrizioni ed ideologismi, per gli espressionisti invece l’arte doveva esprimere le angosce e i tormenti del proprio io e indurre a riflettere sui problemi di un tempo caratterizzato da pulsioni sociali e libertarie.
«Vogliamo libertà di azione e di vita contro le vecchie forze, così profondamente radicate» , questo il programma redatto da Ernst Ludwing Kirchner perDie Brücke, il nuovo movimento artistico che egli stesso, insieme ad alcuni di studenti di architettura, decise di fondare a Dresda nel 1905 .
Die Brücke, Il Ponte, volle essere una sorta di attraversamento ideale dal vecchio al nuovo, dall’arte neoromantica verso i tormenti e le passioni di un io interiore , e fu un movimento che segnò profondamente la storia dell’arte e prese il nome di espressionismo.
L’Espressionismo tedesco nacque dal vissuto degli artisti, la metropoli, il circo, la vita di strada stimolano riflessioni sulla solitudine dell’uomo , sull’alienazione dell’individuo.
Oltre 150 opere, tra dipinti, stampe e disegni, provenienti dal Brücke-Museum di Berlino raccontano, il gruppo, ma anche le varie personalità individuali dei fondatori della Brücke. «La mostra alterna sale collettive a sale monografiche dedicate ai singoli artisti, proprio per far passare il messaggio che stiamo parlando di un movimento, ma anche di personalità ben distinte», afferma Stefano Zuffi, curatore della mostra insieme a Magdalena Moeller, direttrice del museo berlinese.
I temi esistenziali dell’essere umano: dall’inquietudine alla luminosità, dalla frammentazione dell’io al desiderio di mondi lontani espressi attraverso il mezzo grafico, con un colore spesso «saturo, ricco e non naturale», come rileva Zuffi e la mostra si focalizza proprio sull’intensità del colore, che molti artisti diluivano con la benzina per conferire maggiore intensità alle loro opere.
Kirchner, il nome più famoso gruppo, è presente oltre che con il notissimo Marcella, con paesaggi e scene di strada e con corpi colti nella loro nudità (come Nudo che si pettina) attraverso i quali si coglie anche una metamorfosi espressiva dell’artista. In Max Pechstein, l’unico a studiare pittura, è evidente un certo influsso dei Fauves e dell’impressionismo. Oltre a Karl Schmidt-Rottluff e Fritz Bleyl , fondatori con Kirchner del movimento, ,nelle sale del Ducale è ospitata anche una selezione di opere di Emil Nolde, altro esponente di spicco del gruppo, ma unitosi alla Brücke solo nel 1906. Un artista che, viste anche le sue origini, deve molto a Edvard Munch, tra gli ispiratori del gruppo anche per certe tematiche comuni.
Al termine, una breve raccolta di opere che gli artisti produssero dopo lo scioglimento della Brücke, avvenuto nel 1913. , anno in cui già si avvertivano i segnali di una guerra imminente e proprio per riflettere su questo evento storico, il pubblico ,nell’ultimissimo tratto dell’esposizione, é invitato a percorrere un tunnel buio, metafora della trincea e del buio che avvolse l’Europa in quegli anni, e sulla cui tenda di ingresso vengono proiettate immagini vere della Prima Guerra Mondiale.
La mostra è organizzata da Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura in collaborazione con ilBrücke-Museum di Berlino e prodotta da MondoMostre Skira.
Immagine: palazzoducale.genova.it
Comments by Maria Eugenia Panzera