“L’importante è non copiare, ma anche fare qualche errore, proprio come nella realtà”
Dante Ferretti compie 70 anni e il Moma lo festeggia con una mostra.
Non tutti ricorderanno il suo nome, ma di certo almeno una volta hanno vissuto in un suo mondo. Questo poeta degli ambienti, comunemente detto scenografo, ha infatti ricreato le atmosfere di film che hanno fatto la storia del cinema.
A partire dalla collaborazione negli anni 60 con il suo “mentore” Pasolini in lungometraggi come “Il vangelo secondo Matteo”, “Uccellacci ed uccellini”, “Edipo Re”, “Medea” o “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, la carriera di questo artista è stato un continuo successo.
Con all’attivo sei nomination e tre Oscar, Ferretti vanta collaborazioni con Bellocchio, Comencini, Ferreri e Zeffirelli e molti altri nomi della storia del cinema italiano. Per dieci anni ha tradotto le oniriche visioni di Fellini in “Prova d’orchestra”, “La città delle donne”, “E la nave va”, “Ginger e Fred”… per poi uscire dalla madre patria ed approdare ad Hollywood.
È ”Il nome della rosa” di Jean-Jacques Annaud, seguito da “Le avventure del Barone di Münchausen” di Terry Gilliam che gli ha fruttato la prima candidatura all’Oscar.
Al momento due nomi gravitano intorno al suo universo creativo: la moglie, Francesca Lo Schiavo, che dagli anni ottanta è sua compagna di vita e carriera, e l’amico Martin Scorsese assieme al quale ha dato via agli scenari di “Gangs of New York”, “L’età dell’innocenza”, “The Aviator” ed il recente “Hugo Cabret”.
L’autore della terribile Londra Vittoriana di “Sweeney Todd” di Tim Burton, delle tenebre di “Intervista col Vampiro” di Neil Jordan e molto altro verrà esposto al MoMA in grande formato e carta scura sino al prossimo 9 Febbraio 2014.
Una doppia esposizione in collaborazione con Luce Cinecittà, e organizzata da Antonio Monda, autore e professore di film alla Nyu, all’artista Marina Sagona, assieme a Ron Magliozzi e Jytte Jensen, curatori del dipartimento di film del Moma. 24 film, 60 tra disegni, bozzetti e plastici, sei grandi installazioni riusciranno a ricreare un immaginario tanto vasto?
Auguri ad un altro Dante italiano destinato all’immortalità.
Comments by Alice Rugai