Oggi certi jeans sono opere d’arte. I maggiori brand non esitano a proporre nelle loro sfilate modelli in jeans sempre più raffinati, ma la storia di questo tessuto ruvido e resistente affonda le sue origine nella notte dei tempi.
Con ogni probabilità, il jeans è nato Italia ed è presente già nel Seicento come testimonia un anonimo pittore lombardo del XVII secolo in tre quadri esposti alle Gallerie Canesso di Parigi e raffiguranti una donna e una mendicante in gonna jeans ed un bambino con una giacchetta sempre in questa stoffa resistente e grezza, allora utilizzata per la confezione di abiti destinati alle sfere sociali più basse.
“Jeans” che diventa tale “perché viene da Genova” come dicono le classi lavoratrici di quella Inghilterra di meta ‘700 colta in piena Rivoluzione Industriale.
In seguito sarà un mercante ebreo dai natali bavaresi e trasferito a New York, Levi Strauss, che lo impone anche nella West Coast ed in California.
Nasceva così l’età dell’oro degli Usa, del cinema e dei jeans, quella che è stata raccontata nell’iconografia internazionale attraverso i grandi personaggi e le icone del grande schermo. Quelle che hanno seguito, dentro ad un paio di jeans, i tempi moderni.
Diventato l’abbigliamento preferito dei figli dei fiori, assurge a fenomeno di costume nel XX secolo, perdendo via via quel carattere di protesta per diventare semplicemente “di moda”.
Oggi il jeans è il business del momento in Usa per quanto riguarda il sostegno e la promozione dell’arte contemporanea.
Fare riciclo attraverso l’arte è pratica diffusa negli anni ’60, la corrente Ready Made, cui fanno capo Marcel Duchamp, Jasper Jon, Alberto Burri, anticipa la Pop Art.
Molti artisti, come Jan Berry, hanno ricavato opere d’arte dai jeans ed hanno proposto nuove chiavi di lettura del tessuto. Le immagini di Warhol vengono ossessivamente ripetute su minigonne e giubbotti in jeans, andando incontro alla cultura di massa.
Nel 2012 il jeans è diventato tema di una mostra al Central Museum di Utrecht, dove è stato sviscerato in tutte le sue forme, commerciali ed artistiche, trasformato in quadri, come il Ritratto di Marylin Monroe di MS Jeans, oppure copertina di un disco dei Rolling Stones e istallazione luminosa di Jurgen Bey.
Arte e riciclo, creatività e sostenibilità, sperimentazione e valorizzazione del territorio: tutto questo è “Jeans d’Autore”, la mostra che dall’ottobre 2013 al Sicilia Outlet Village ha visto in vetrina opere di artisti e designer siciliani realizzate grazie all’uso e riuso della materia.
«La mostra “Jeans d’autore”-spiega la curatrice della mostra Daniela Aquilia – invita ad una riflessione: non necessariamente l’arte deve essere preconfezionata e fruita all’interno di gallerie o musei, perché essa è in grado di decontestualizzare il luogo in cui si trova lo spettatore-consumatore, evocando messaggi e concetti legati allo spazio e al tempo.
La mostra ha valore sia artistico, che storico…Il valore storico della mostra è facilmente deducibile – conclude – il jeans non passa mai di moda ed è l’unico tessuto a non aver mai conosciuto la crisi: la sua identità mutante, infatti, ha attraversato diverse epoche, assumendo significati trasversali».
Immagine: John Florea, Marilyn Monroe mentre legge Leaves of Grass, 1952.
Comments by Maria Eugenia Panzera