A Montanaro, nel Torinese, un murales ideato da Zerocalcare per commemorare Giuseppe Prono, il più giovane partigiano del paese, fucilato a Ceres l’8 marzo del 44, è stato dichiarato “troppo comunista”.

La stella rossa, che non appariva nel bozzetto approvato dal sindaco e realizzato successivamente dal collettivo di artisti milanesi Volkswriterz sul muro di una scuola, è stata definita dal primo cittadino “troppo grande”.

Il sindaco Giovanni Ponchia ha dichiarato al quotidiano La Repubblica “L’opera è stata autorizzata per onorare la memoria di un nostro giovane concittadino che è morto per la libertà di tutti. Invece qui qualcuno vuole spaccare il paese che io devo amministrare. Non si può restare fermi ai conflitti di 70 anni fa. Dobbiamo guardare al futuro”

Ma Zerocalcare è dalla parte dei writers ed ha ribadito “Li conosco da anni e mi fido di loro sia come artisti sia come persone. Per me quella stella non tradisce il senso del mio disegno, sta anche nella bandiera della brigata Garibaldi di cui faceva parte. La storia è quella e rispettarla significa ricordarla in tutte le sue parti, non estrapolarne dei pezzi per per mettere d’accordo tutti».

Anche se il collettivo ha scritto una lunga lettera e Zerocalcare ha approvato la modifica al bozzetto iniziale, il parere del sindaco non cambi: la stella rossa va cancellata e i writers hanno tempo fino al 1 Agosto per rimediare al “caso politico” creato su un’opera “che poteva essere per tutti”.

Ma che cosa voleva dire il sindaco con “opera per tutti“? Fino a che punto è eticamente corretto censurare una commemorazione per il bene politico? Ed è questo bene, un bene “per tutti”?

 

 

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