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Sono passati esattamente 150 anni da quando, il 7 marzo 1865, iniziarono i lavori di quello che sarebbe diventato “il salotto” dei milanesi, la Galleria Vittorio Emanuele II. Quest’anno l’anniversario coinciderà con la conclusione del restauro interno, durato 13 mesi grazie a un cantiere aperto 24 ore su 24, che restituirà alla Galleria tutto il suo splendore, in tempo per l’appuntamento di Milano Expo.
Lo scopo, infatti, è quello di presentare al meglio “il salotto” ai milioni di turisti internazionali che affluiranno a Milano nei prossimi mesi.
Sono stati riportati all’originaria bellezza 14 mila metri quadrati di superfici variamente decorate.
L’operazione, realizzata dalla società di restauro edilizio Gasparoli, nasce da un’interessante collaborazione fra pubblico e privato: oltre alla partecipazione del Comune e a un continuo controllo da parte della Sovrintendenza, ha visto l’apporto logistico e finanziario (3 milioni di euro) di Versace e Prada, con il contributo anche di Feltrinelli, alcuni dei grandi marchi italiani presenti in galleria, che hannohanno sentito il dovere di fare questo omaggio alla città.
Parallelamente è stato sviluppato il progetto “In Galleria”, con l’organizzazione di visite guidate al cantiere (di cui hanno già approfittato alcune scuole) per dare voce al recupero e alla storia del bene artistico.
Imprese Percassi, responsabile dei ponteggi e delle installazioni di cantiere, ha ideato per il restauro un carro ponte mobile, che ha consentito a due squadre di restauratori di lavorare giorno e notte, operando praticamente “in volo”, senza mai interferire con le attività commerciali e con il passaggio di cittadini e turisti. Marco Sobrero, responsabile del restauro, ha spiegato che il lavoro ha compreso un’analisi approfondita delle testate di ingresso, delle superfici interne e delle complesse decorazioni neo manieriste, riconoscendo le parti originali, distinguendo la pietra dal cemento decorativo, studiando intonaci e opere d’arte. Verrà anche consegnato un piano di manutenzione, che resterà patrimonio della Città di Milano.
Immagini: Wikipedia
Comments by elisa martellini