In sintonia con il perdurare di un eccezionale clima mite le sfilate parigine di questi giorni presentano collezione primaverile 2014 ricca di contrasti cromatici.

A farla da padrone lo ying e lo yang per eccellenza, il bianco e il nero.

Gli opposti coesistono non solo all’interno di una stessa collezione (Roland Mouret, Jay AhrAnne Valerie Hash, Neil Barrett, Acne Studios, Maxime Simoëns) ma anche nello stesso abito attraverso righe, segni grafici e stampe geometriche (Roland Mouret, Andrew Gn) o uniti a colori decisi (Issey Miyake, Yohji Jamamoto).

Le geniali menti di Junya Watanabe, Rei Kawakubo per Comme des Garçons e Jean Paul Gaultier, hanno dato vita ad affascinanti creature misteriose, di nero vestite e tenebrosamente toccate da dettagli in pelle.

Watanabe riscopre il potere selvaggio degli abiti vissuti, sfrangiati, tagliati in maniera irregolare. Forse una reinterpretazione hippy e moderna degli indiani d’America.

Comme des Garçons porta sotto i riflettori volumi dal sapore retrò e personaggi da incubo degni di Tim Burton.

Gaultier preferisce il mondo dello spettacolo, stravagante ed eclettico:  come a bordo di una macchina del tempo, saltiamo dagli anni ’20, al periodo “Grease” fino ai giorni nostri, ricordando l’immortale Amy Winehouse.

La pelle è la vera star della passerella, anzi di tutta la prossima stagione primaverile, meglio ancora se, come in questo caso, arricchita da cerniere argentate e cinture.

E’ proprio il clima da cabaret di Gaultier a evocare l’immortabile aura sognante degli anni 20. Qualche corpetto da showgirl (Maison Martin Margiela), ancora frange da flapper girl, glitter… ma non solo.

La vita è un’avventura, un deserto da attraversare (nel vero senso della parola per A.F. Vandervorst, più metaforicamente per Chloè), ma, nella sua imprevedibilità, è ricca anche di sfumature delicate e colori.

A ricordarcelo la collezione presentata da Sonya Rikiel e le sete preziose di Maiyet. Pencil skirts di filo argentato per la prima griffe, abiti morbidi e trasparenti per la seconda che avvolgono con leggerezza la donna in ogni momento della giornata, dall’alba al tramonto, dal bianco al blu notte, passando nuovamente per le luminosità dell’argento, del giallo e del pesca.

Se pensate che la primavera non possa chiamarsi tale senza richiami floreali e colori e fantasie vivaci, non resterete insoddisfatti. Pur peccando forse di poca originalità Cacharel propone una spring summer collection carica di spunti e influenze diverse, con fiori, colori e righe orizzontali.

Stampe floreali arricchiscono anche la collezione di Vivienne Westwood, anche se in maniera decisamente più fuori dagli schemi. I suoi fiori sono selvaggi, tropicali, ma vengono abbinati in maniera trasgressiva anche con ciò che in genere, da sobri, si eviterebbe accuratamente. Per esempio: i gatti. Ma a lei si perdona tutto.

Se le righe blu e bianche di Acne Studios e Chalayan ci fanno sentire nostalgia per il mare, quelle di Vanessa Bruno, unite alla leggerezza delle sue farfalle, del tartan, e delle tonalità brillanti accostate tra loro in maniera apparentemente discordante, hanno il merito di farci ricordare che l’estate, dopotutto, non è poi così lontana.

Immagini: style.com