Un parallelepipedo a quattro facce con struttura in cemento armato in zona EUR a Roma, una costruzione in piena epoca fascista terminata solo nel dopoguerra: il Palazzo della Civiltà Italiana, ribattezzato con il nome di Colosseo quadrato per la facciata ad archi che lo fa assomigliare all’altro Colosseo famoso in città.
Dietro questo palazzone, gli anni di un’ideologia, quella fascista, il cui impianto rispecchia quanto più la grandezza e la possibilità di riportare Roma all’antico splendore dell’Impero. La scelta dell’uso del cemento per le grandi masse, gli archi (54 per facciata) a tutto sesto e l’uso massiccio del travertino rispondono all’esigenza del regime di autarchia, di tradizione al passato dell’Urbe, ma anche di esaltazione del genio italiano con la dicitura in stampatello «Un popolo di poeti di artisti di eroi / di santi di pensatori di scienziati / di navigatori di trasmigratori. Dal punto di vista costruttivo il messaggio che doveva passare era di capacità e di intelligenza anche nell’uso solo della pietra, vista la difficoltà di reperibilità del ferro e del cemento in quel periodo dopo i veti imposti all’Italia in seguito all’impegno bellico durante la guerra in Etiopia. Ma la struttura in cemento armato fu sapientemente cammuffata, per dimostrare di poter organizzare grandi opere solo costruendo in pietra . Il progetto degli architetti Giovanni Guerrini ed Ernesto Lapadula rimase però incompiuto, così come molti altri progetti del regime che dovevano sorgere in zona EUR .
72 anni di buio, e poi ecco, ancora una volta un mecenate italiano che lo valorizza e ne fa il proprio headquarter. Stiamo parlando della maison Fendi che acquista la struttura nel 2013, e che ha riunito negli 8400 metri quadrati tutte le attività della griffe. Tanti gli ospiti per il rilancio del palazzo, con una cena allestita sul tetto sotto una struttura di vetro e acciaio che ha ospitato oltre alle cinque sorelle Fendi anche importanti personaggi della politica e dell’imprenditoria mondiale.
Casuale ma forse un segno del destino il Palazzo dell’EUR; la maison cercava da tempo un quartiere generale, ma il momento di spending-review non permetteva grosse spese. Adesso invece sembra sia stato fatto apposta per ospitare la sede.
Ma come verrà organizzato lo spazio interno? Ci saranno delle modifiche all’assetto originario dell’edificio? Assolutamente nessuna modifica, anzi gli spazi interni verranno maggiormente esaltati; gli uffici saranno degli open space, non ci saranno muri, tutto sarà trasparente com’è la politica gestionale della maison Fendi.
Non solo moda, ma anche l’impiego della struttura come area espositiva: 1200 metri quadrati che ospiteranno mostre e installazioni. La prima che potrà essere vista fino al 7 Marzo 2016 si intitola “Una nuova Roma. L’EUR il Palazzo della Civiltà Italiana”, che racconta la storia del Colosseo quadrato, costruito nella Roma fascista, e che doveva ospitare nel lontano 1942 l’Esposizione universale, poi la storia nota dell’abbandono e della caduta nel dimenticatoio anche da parte degli stessi romani.
Il problema in Italia è sempre lo stesso, grande patrimonio artistico antico e recente, e sempre una nicchia di privati a crederci e investirci. L’ennesimo regalo della maison dalla doppia F nella scoperta di un edificio, che può anche non piacere dal punto di vista storico, ma che sicuramente non merita l’abbandono e l’indifferenza dello Stato.
Un legame affettivo che lega Fendi e Roma ancora una volta non da ultimo il restauro della fontana di Trevi che ha ridato lustro ad uno dei momenti simbolo dell’Italia nel mondo.
immagini: lastampa.it, Fendi ;
Comments by Alessandra Randazzo