Si può raccontare un’emozione? Forse si, forse no. Quel che è certo è che una nostra lettrice, Valentina Fontana, negramante sfegatata ( così si chiamano i fan del gruppo), ha avuto l’occasione di prendere parte ad un concerto della tappa del tour dei Negramaro. E qui ve la racconta in esclusiva.

“A che servon le parole…” canta Giuliano in Un passo indietro. Ed è da questa frase che voglio partire per raccontare questo concerto pieno di emozioni e brividi dal primo all’ultimo secondo. Seguo i Negramaro fin dai tempi del loro esordio e, da buona fan, conosco a memoria tutte le canzoni di ogni loro cd. Nutrivo nel cuore il sogno di poter assistere un giorno ad un loro concerto, ma per svariati motivi non era mai successo, fino a quest’anno!

Quando l’annuncio dell’uscita del nuovo cd La rivoluzione sta arrivando è stato accompagnato dall’annuncio di un omonimo tour, quel sogno a lungo ipotizzato è diventato qualcosa di sempre più reale.. Ho atteso con ansia l’apertura dei botteghini per essere tra le prime ad avere il biglietto! Ho cominciato il conto alla rovescia quando al 2 Dicembre 2015 mancavano ancora mesi, e col passare del tempo sentivo l’emozione e l’adrenalina crescere.

2 Dicembre. Durante il viaggio in pullman che da Palermo mi portava al Palasport Tupparello di Acireale, provavo a immaginarmi come sarebbe stato, cosa avrei fatto. Provavo a capire che emozioni avrei potuto vivere. Avevo visto diversi video dei loro concerti, e amici che negli anni passati avevano già assistito ai loro spettacoli mi avevano raccontato di emozioni e concerti ad alto tasso di divertimento. Ma qualunque parola per me risuonava vuota, e allo stesso tempo innalzava le mie aspettative perché non sapevo cosa aspettarmi. Era il primo concerto della mia vita…

Ore 17:00

Siamo arrivati davanti al Palasport. Subito ci siamo messi in fila. L’attesa è stata lunga e snervante ma mi ripagava il fatto che data la mia posizione in fila sarei stata sicuramente vicina al palco e li avrei avuti ad un passo. E come me, migliaia di fan provavano lo stesso. Era elettrizzante.

Ore 19:30

Un lungo applauso accompagna l’apertura dei cancelli e io sento una strana sensazione alla bocca dello stomaco: un misto di ansia, emozione e felicità. Avete presente le farfalle nello stomaco? Ecco, varcato il cancello mi sentivo così, mi precipito verso il Parterre e si… riesco ad essere vicina al palco!!!! Ma mi attendono altre due ore di attesa

Ore 21:30

Sono quasi le 21 e comincio a non vedere l’ora di vedere le luci spente. Alle 21:30, puntuali come un orologio svizzero, viene posta fine all’attesa e ormai ci siamo! La rivoluzione sta iniziando! Anche e soprattutto per me!

Il boato e le urla risuonano dentro il palazzetto, e io mi lascio travolgere completamente!!! Sono brividi già all’inizio. La voce di Giuliano irrompe tra l’euforia del pubblico. Su un telo appare il logo della copertina del cd. Dopo qualche secondo, il telo cade giù sulle note dell’intro di Sei tu la mia città, primo singolo estratto dal cd.

Sul palco viene proiettato un filmato animato del “bottergibile” che si dirige verso la Terra, guidato dagli Avatar dei Negramaro, atterrati in una città che è facilmente riconoscibile e stilizzata quasi fosse disegnata da un bambino o quasi un quadro di arte contemporanea di stile picassiano. Ma la città che raccontano nella canzone è una città rivoluzionaria dove ogni cosa prende vita e i palazzi, i treni, tutto si antropomorfizza. Esplode il palazzetto e con loro anche io comincio a cantare con quanto più fiato ho in corpo. Questa città si riduce ad uno skyline e illuminati dall’occhio di bue appaiono le sagome dei Negramaro che suonano. Anche Il posto dei santi viene cantata da dietro il telone, ma ecco che un cono di luce azzurro fa apparire la sagoma di Giuliano, che inizia a ballare fino a quando si ferma e comincia a mimare di tirare una corda e questa corda tira con sé il telo che finalmente rende visibile il resto della band. Quando si scopre Giuliano, il pubblico è in delirio. Il mio cuore dalla felicità credo si sia fermato per qualche secondo. Da quel momento in poi è stato un crescendo di emozioni.

Ore 22:45

Ci sono stati momenti in cui era impossibile non avere la pelle d’oca. L’euforia, il delirio, il cantare a squarciagola e il saltare invece di sfinire davano la carica, venivano alternati a momenti molto commoventi. L’apice della commozione si è toccato durante il mash-up: quando Giuliano ha suonato al pianoforte Lo sai da qui, la canzone dedicata a suo padre scomparso circa un anno fa, era toccante e tutto il palazzetto si “stretto” attorno a lui. Come lui aveva gli occhi lucidi e gonfi di lacrime, così la commozione era visibile negli occhi di tutti. Emozionante anche l’ omaggio speciale alla Sicilia durante la canzone Cade la pioggia , terra natia del padre.

Ore 23:30

Ci avviamo verso la fine. L’ultima parte del concerto è stato a dir poco spettacolare. Dopo L’amore qui non passa, il telo si è richiuso ma il meglio deve ancora venire. Nuovamente hanno cantato proiettando le ombre, ma il momento più bello è stato quando Giuliano ha cantato e ballato Solo 3 minuti, illuminato da un cono di luce che cambiava colore.

Il finale è stato degno di tutto il concerto. L’esplosione finale si è avuta con Mentre tutto scorre il cui ritornello è stato ripetuto più volte perché il pubblico non smetteva di cantare; questa è stata l’unica variazione portata alla scaletta che prevedeva la chiusura del concerto con La finestra. Un’escalation di brani studiata a dovere che legava perfettamente ogni pezzo all’altro, e che infiammava traccia dopo traccia il Palasport Tupparello.

Ore 23:50

Siamo ai saluti. Un finale infinito, un saluto lunghissimo durato diversi minuti. Giuliano ha presentato tutti i membri della band ad uno ad uno attraverso gli avatar proiettati sul telo e hanno salutato il pubblico regalando oggetti di scena ai fan: hanno lanciato le bacchette per suonare la batteria e i del basso e delle chitarre. Il momento più bello: avvicinatisi ai bordi del palco per raccogliere gli applausi finali, che all’improvviso Lele, il chitarrista e grande spalla di Giuliano durante tutto il concerto, si è tuffato tra il pubblico per due volte.

Giuliano Sangiorgi ha una voce che è un portento. Può piacere o non piacere ma ha una voce così potente e particolare che durante il live puoi apprezzare a pieno. Una voce piena, che emoziona e coinvolge. Personalmente l’ho trovato un vero artista, un grande animale da palcoscenico. Il pubblico non ha penato, la sua presenza riempiva ogni angolo del palazzetto perché sul palco è dinamico e da la possibilità al suo pubblico di ammirarlo, la sua energia era sentito da tutto il pubblico. E nonostante questo “eccesso”, rimane sempre un’artista umile e generoso di emozioni. E non solo lui. L’intera band è un mix di talento e elettricità allo stesso puro. Non saprei definire bene quello che ho ascoltato, nel senso che non saprei ne potrei dargli un’etichetta. Non è pop, non è rock, non è musica elettronica ma allo stesso tempo è tutto questo. Un sound unico. O semplicemente, un sound Negramaro.

Durante il concerto ci sono stati diversi cambi d’abito e mutavano continuamente anche le scenografie proiettate sulle quinte. Bello il momento del selfie finale con il palazzetto. La mia canzone preferita? Tutte! Che dire ancora? E’ stato un vero e proprio spettacolo, come immaginavo i Negramaro non mi hanno delusa, anzi! Mi hanno lasciato un’adrenalina addosso che fatica ad andare via e una grande voglia di ritornare e di vederli ancora e ancora.

Mi sento come una turista tornata da un viaggio bellissimo, che ha dentro felicità per quello che ha vissuto e nostalgia perché avrebbe avuto bisogno di continuare ancora per un po’ questo viaggio. Se mi chiedessero di descrivere in due parole questo concerto, userei due titoli delle loro canzoni: IMMENSO e MERAVIGLIOSO!

 

Testo raccolto da Cristina Izzo

Credits Immagini: ©Valentina Fontana Per Quotidianomime

Credits Video: Negramaro Official Youtube Channel