Chi l’ha detto che ciò che non si vede non abbia la stessa importanza di ciò che, invece, è ben visibile? Ogni elemento, nell outfit di ogni donna, è importante, per cui un occhio di riguardo va’ anche alla lingerie.
Già gli antichi romani erano attenti alla biancheria intima e il mito vuole che sia stata Venere a suggerire a Giunone l’uso del reggiseno esasperata dalle proprie forme abbondanti.
Caratteristica peculiare dell’intimo è quella di rimanere nascosto, ma, nonostante ciò, va’ trattato con cura, proprio come il guardaroba. Bisogna infatti saper scegliere le forme adatte al nostro fisico e, soprattutto, della misura giusta per evitare scomodi abbinamenti. Solo una lingerie perfetta, abbinata anche alla nostra personalità e al nostro umore può farci sentire più belle e più sicure di noi stesse.
Un viaggio attraverso forme eleganti e raffinate incastonate in tessuti ultraleggeri e finissimi come il satin o la seta, per un tocco delicato e morbido sulla pelle. (Carine Gilson, Agent Provocateur, Heidi Klum Intimates)
Tappa obbligata tra il pizzo seducente e accattivante con i completini delle collezioni La Perla, I.D Sarrieri, Fleur du Mal, Dsquared2 e Ashish, questi ultimi con elementi in tessuto o con la fascia ricoperta di paillettes. Deciso poi il modello di Alexander McQueen, in pelle, ma con inserti in pizzo che ridisegnano il collo e la schiena.
Sfiziosa l’alternativa di Stella McCarteney con il suo animalier e il tessuto stretch del jersey, per chi preferisce sentirsi più comoda.
Un tocco vintage, poi, non guasta mai con le culotte a vita alta che tornano di gran tendenza in fatto di intimo (Giuliana Romanno, Dolce & Gabbana) e il body, elemento passpartout che può stare bene con qualsiasi capo d’abbigliamento. Può infatti trasparire benissimo da una camicia o da una giacca, come quello di I.D Sarrieri o Giuliana Romanno, oppure diventare un vero musthave come quello di Mugler, con le giuste trasparenze o quello asimmetrico di Esteban Cortazar.
Credit Immagini: Farfetch, Net-a-Porter, Official Websites
Comments by Francesca Calabrese