La London Fashion Week, da sempre considerata la sorellina minore di New York, Parigi e Milano, è cresciuta ed ha deciso di non indossare più i vecchi abiti di seconda mano.
Da quando sul trono del British Fashion Council regna sovrana Natalie Massenet la Gran Bretagna è diventata un colosso della moda e Londra ha raggiunto le sorelle investendo sempre di più e coinvolgendo sempre più stilisti e personalità di spicco.
Come per New York, anche per le passerelle inglesi il bianco non è decisamente mancato, ma i trend non paiono essere gli stessi.
Bianco e nero, pelle marrone chiaro e stampe a quadri che richiamano Burberry, e quindi la Gran Bretagna stessa, hanno sfilato per il marchio Daks che si è distinto in particolare per i leggeri mantelli trasparenti che coprivano la maggior parte delle spalle delle modelle di un’ eleganza fluttuante, super-eroine della pioggia londinese .
J.W Anderson ha optato per un look decisamente non da tutti i giorni, impacchettando, come un novello Christo and Jeanne-Claude, corpi che traspariscono però dal tessuto leggero.
Diverso e più pesante il tessuto delle sciarpe-collana e degli enormi fiocchi che tuttavia, come tutta la collezione, tendono a non coprire ma a creare forme nuove sopra forme già esistenti.
Soltanto un po’ di rosa e azzurro tenue colora il rigoroso nero su bianco di Richard Niccoll, con abiti dal taglio un po’ anni 20 un po’ 2020, fra lo stile Chanel e la science-fiction.
House of Holland ci riporta alla concezione di Moda come arte sacra, utilizzando come immagine ricorrente il Sacro Cuore. Pizzi e rose accompagnano l’Ex-Voto, presente anche come tatuaggio, e i vestiti richiamano un po’ gli anni 50, fra cinturoni a vita alta e stampe a quadretti, un rockabilly devoto.
Sfacciatamente Underground la collezione di Ashish che ci trasporta in un supermercato di periferia. L’insegna Coca-cola è su tutti le creazioni, più ad inneggiare un grande melting-pot che solo la semplice bevanda.
Calzando scarpe piene di paillettes, ormai leitmotiv del marchio, e gioielli etnici, le modelle si avviano verso una globalizzazione senza confini con in mano sacchi per la spesa.
Si chiude la prima puntata della London Fashion Week all’insegna del cosmopolitismo e di un Inghilterra multietnica, guidata da una moderna Queen Victoria del Fashion.
God Save Natalie Massenet!
Immagini: style.com
Comments by Alice Rugai