E’ morto a 87 anni, in una clinica di Lubecca (Germania) dove era ricoverato per un’infezione, Günter Grass, premio Nobel per la letteratura nel 1999. Lo ha reso noto la casa editrice Steindl.

Voce critica della Germania democratica, simbolo della cultura e della letteratura postbellica, figura di intellettuale impegnato, Grass era nato il 16 ottobre del 1927 a Danzica, città omaggiata nel più famoso dei suoi romanzi, Il tamburo di latta, che, con i successivi Gatto e topo e Anni di cani, è parte de la Trilogia di Danzica.

Grass si impegnò precocemente nell’attività pubblica, partecipando al Gruppo 47, il grande club letterario del dopoguerra. Da sempre si spese a favore del dialogo fra Est e Ovest e nel 1969 guidò la mobilitazione degli intellettuali per la candidatura a cancelliere di Willy Brandt, il leader socialdemocratico eroe della pace.

Con la sua prosa narrativa che reinventò il tedesco letterario, Grass fu voce e critico della Germania moderna, una voce spesso scomoda, che gli attirò le ire di numerosi avversari. Come quando nel 2012 attaccò Israele, accusandolo di essere il vero pericolo per la pace in Medio Oriente, con il componimento Quel che deve essere detto. Il governo israeliano reagì dichiarandolo “persona non grata”.

Per decenni celò il terribile segreto dell’arruolamento volontario nelle Waffen-SS naziste a 17 anni.

Fu solo nel 2006, con il libro Sbucciando la cipolla, che Grass confessò pubblicamente questo aspetto oscuro del suo passato, scatenando dibattiti e polemiche che divisero il popolo tedesco.

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