Vestire Marni è un modo di essere, fuori dagli schemi, finemente sovversivo, espressione di un sentire individuale e a tratti imprevedibile.
Marni è la concettualità dell’esser donna in chiave post moderna in una dinamica staticità. Consuelo Castiglioni è il funambolo in gonnella che gioca con questi equilibri, coniugando un personale senso di eleganza con l’approccio sperimentale a materiali e colori, consegnando collezioni che sono al tempo stesso imprevedibili ed emozionali.
Marni è una gamma di contrasti che si conciliano, come ben si evince dal manifesto di stile che si delinea in venti anni di passerelle e non solo.
Era il 1994 quando questa storia ebbe inizio: la vetusta e quanto mai borghese pelliccia viene interpretata dall’estro creativo della stilista come fosse un tessuto, sdoganata da ogni etichetta. Fluida e moderna si rivolge ad un pubblico diverso: giovane, dinamico, vivo. Si è definito così un concetto di stile che poggia le proprie basi sulla pellicceria della famiglia del marito di Consuelo. Dal 1994 una continua metamorfosi dei codici stilistici ha caratterizzato Marni.
Dalle prime collezioni dedicate ad un pubblico giovane, ossessionato dal minimalismo, il concetto di stile è evoluto. Gradualmente si sono palesati i pattern (caratteri ricorrenti e identificativi del marchio) e una nuova silhouette femminile, ma mai perfettamente definita. A livello sartoriale, la scelta dei tessuti ha sempre guidato le forme. Alle perfette geometrie degli ultimi anni novanta, si sostituirono gli orli a taglio vivo dei primi anni 2000, ripresi anche nella collezione per la prossima estate 2015.
Le applicazioni voluttuose e frivole fatte di paillettes ricamate a mano hanno gradualmente ceduto il posto a decorazioni appariscenti dal sapore etnico (P-E 2006) o futuristici assemblaggi di materiali plastici (P-E 2008), sempre fedeli al gusto “European-inflected bohemianism”.
I tagli impeccabili sfociano in linee imperfette, volutamente sbagliate, nessun rigore, solo un imperante decostruttivismo.
I tessuti- per l’estetica del marchio anche la pelliccia è trattata alla stregua di questi- non sono mai fermi, vengono sottoposti a innovazioni e sperimentazioni: martoriati da cerniere, ricamati e accostati tra loro, consegnano un’estetica irriverente. La gamma inizialmente limitata, ha visto comparire pvc, tessuti tecnici e nylon piegandosi alle più svariate tinte della tavolozza di due decenni.
Pelliccia di giorno, giacche a scatola, e abiti tunica accostati a leggings, colorblocking, sono alcune tra le intuizioni geniali che hanno posto Marni nell’Olimpo dello stile.
Il risultato è senza tempo, l’approccio avant-garde. Il motivo del successo – di nicchia, ma duraturo – è presto spiegato. Tra modaioli, e non, Marni è un culto.
Marni è cresciuta senza pubblicità, né fanfare da red carpet, puntando su quel che conta davvero, gli abiti, gli accessori, e l’estetica che disegnano. Estetica che, a volerla definire, è un mix n’ match eclettico, imprevedibile, positivamente scomposto. È una conversazione privata tra Consuelo Castiglioni e la donna a cui si riferisce: età e status sono irrilevanti, conta solo la voglia di esprimersi attraverso gli abiti, mescolando anche capi di stagioni differenti in permutazioni sempre nuove.
Con l’ultima collezione si è palesata la nuova era del marchio, diventare seme di tendenze, passioni, idee e strategie. Una malia a cui è impossibile resistere è la semplicità che ha sfilato a Milano, un crescendo cromatico ha accompagnato i lini e le tele grezze, recisi in maniera cruda, verso dei patckwork jaquard a fiori pop. Due mani di tessuti opposte, una grezza e una frusciante consegnano un contrappunto di stile impeccabile, scenario perfetto per affascinati giochi di luci.
I margini di questo ultimo progetto sono nitidi riferimenti all’oriente, la prospettiva risulta, tuttavia, insolita. I tagli severi dei kimono si plasmano sotto una visionaria sperimentazione grafica, le cinture si allungano come gli orologi di Dalì, un rigore monastico vestito della sensualità di profondi scolli a v sulla schiena si fa materia. Audace lo chiffon ricamato su tela grezza, le cui grinze frutto di una precisa ricerca estetica consegnano quella che Consuelo ha definito pelliccia d’estate.Tagli anticlassici perfettamente imperfetti.
Le direzioni future di Marni sono difficili da definire. Una nuova apertura in Via Montenapolene, certamente nuovi progetti con artisti emergenti, il ‘Marni flower market’, un vero mercato dei fiori allestito dal marchio alla Rotonda della Besana il 21 settembre scorso per festeggiare il traguardo raggiunto.
È stato appuntamento ideale per mamme e figli, per cui sono stati allestiti dei laboratori in collaborazione con il MUBA. Mentre i piccoli si dilettano a costruire aquiloni e fare collage, erbari, collane (tutto con i materiali colorati della casa di moda) le mamme si godono la grande festa di colori e fiori. In vendita 28mila fiori, duemila piante e tanti bulbi ma anche prodotti speciali (prezzi dai 45 ai 250 euro circa) ideati per l’occasione. Il ricavato sarà devoluto all’associazione Vimala che assiste bambini disabili del Tibet. Dopo Milano il mercato dei fiori si trasferirà a Hong Kong e nel 2015 diventerà un bazaar a Tokyo.
Venti anni separano i servizi di Mario Testino, dai primi tappeti che esprimono il lifestyle del brand e il successo della “balloon bag” dal Flower Market. Un solo caposaldo, un’ eleganza silenziosa abiti che manifestano sfumature di Consuelo Castiglioni come «narrazione, costruzione, tradizione, cultura e istinto», creati e consegnati a Donne vere.
Immagini: Style.com, Bryanboy (cover); Marni flower market: Corrieredellasera.it, Consuelo Castiglioni: Sole24ore.it
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