La moda uomo di Milano si è sempre contraddistinta per un rigoroso formalismo, un immagine cristallizzata del vestire il maschio. Per la prossima primavera un gusto frammentato compone il mosaico della MFW pochi trend ma perfettamente delineati si affacciano nel panorama del made in Italy.

Il duo stilistico Dolce e Gabbana qualche anno fa in un’ intervista dissero: “C’è così tanto in Sicilia, potremmo disegnare questo per sempre.” A quanto pare non stavano scherzando.  La palazzina cinese di Palermo diventa ispirazione per una collezione giocata totalmente sulle sete, dragoni e suggestioni del sol levante. Persino i paladini Orlando e Rolando cedono il posto sul carretto ad improbabili personaggi dagli occhi a mandorla. Sofisticate fantasie germogliate nel cuore di una Sicilia cattolica.

Indaga l’Oriente con maestria anche Emporio Armani senza proporre edulcorati luoghi comuni. Nelle nuances in cui meglio si muove prepara una sapiente commistione tra l’Oriente e l’Occidente priva di  esotismo o nostalgia etnica. Magistrale la prova sartoriale, le giacche perdono la struttura e diventano cardigan, i pantaloni sono rilassati,  il lino e la seta lavata trattati con singolare maestria.

Iconoclasta e volgare? Forse, ma con spregiudicata irriverenza  Philipp Plein scardina il gusto bon ton delle passerelle milanesi, tra copertoni bruciati e carcasse di automobili sfilano bad boy stilizzati, declinati in nero, bianco e l’argento delle borchie.

Identiche suggestioni anche per Ennio Capasa, il ragazzaccio vestito di pelle e costretto in outfit monocromatici conquista per la ricerca che da sempre ha contraddistinto Costume National. Innovazione e tradizione.

La nuova collezione Jil Sander oppone elementi del mondo utility ai codici puristi della maison. Il risultato è veloce, energico, ordinato. La silhouette è forte, inesorabile e compatta. Dettagli utilitari – tasche, badge, cinghie regolabili, cerniere – si moltiplicano su giacche e pantaloni sartoriali, su camicie e shorts. La somma delle varie parti è evidenziata dalla giustapposizione di materiali diversi. Da Jil Sanders si canta  al funzionalismo urbano.

La passerella di Marni esprime una forza vibrante che è il risultato della fusione naturale di mondi diversi. Utility e sartoria, avventura e sport, cenni a epoche iconiche si fondono in accostamenti spontanei che hanno una notevole facilità e l’inconfondibile eclettismo Marni. Silhouette fluide e precise raccontano un appeal metropolitano, must della prossima primavera.

Atmosfere sospese tra il funky e il pop disegna Simon Holloway per Hogan, gli anni’80 diventano protagonisti indiscussi, grafiche e pattern d’autore segnano ogni capo. Il lusso è il motore primo della ricerca tessile.

Milano moda uomo: nuovi trend per nuovi modi di essere.

 

Immagini: Cameramoda.it