La storia della Costa Smeralda ricorda quella di Eliza Doolittle in My Fair Lady; Poltu Celvu, come veniva chiamato dagli autoctoni, era infatti una baia selvaggia e deserta prima che il principe Karim Aga Khan IV la trasformasse nell’attuale paradiso per il turismo d’élite.
La malaria, diffusa nei numerosi stagni lungo la costa, aveva fatto si che la popolazione locale disdegnasse le terre lungo il mare e si dedicasse all’agricoltura e all’allevamento (solo alla fine degli anni ’50 il Sardinia Project voluto dagli USA permise l’eradicazione della malattia).
Quando nel 1960 il principe Karim Aga Khan IV si innamorò di questa costa dalle acque cristalline, capì subito che sarebbe stato necessario quello che lui definì un “Piano di sviluppo integrato” affinché il mondo potesse apprezzarne la bellezza.
Questo significava un ampio progetto che comprendeva, oltre alla costruzione di alberghi e appartamenti, tutte le infrastrutture necessarie: strade, acquedotti, una compagnia aerea (Alisarda, poi Meridiana) e addirittura una scuola alberghiera.
Fu così grazie al suo Principe Pigmalione che la Costa Smeralda divenne una destinazione unica per viaggiatori di lusso.
Oggi Porto Cervo ci accoglie con eleganti viali fioriti e una serie di costruzioni armoniose e perfettamente inserite nel contesto naturale, solo la cura maniacale delle proporzioni, la ricercatezza degli scorci e l’eleganza di linee ne tradiscono la progettazione studiata a tavolino.
Il lungimirante team di architetti (Jacques Couelle, Luigi Vietti, Giancarlo Busiri Vici e il sardo Antonio Simon Mossa) che si occupò del progetto ebbe come target proprio il massimo rispetto della natura. Con umiltà e senso pratico, prima di approvare ogni edificio, ne costruivano la sagoma per poterne verificare in anticipo l’impatto sul paesaggio.
Quando nel 2004, la proprietà passò al fondo d’investimenti Colony Capital del finanziere texano Tom Barrack, l’intento era quello di ampliare le strutture, polemiche e piani di gestione del territorio prima, recessione del 2009 poi, ne bloccarono i progetti e il borgo ha mantenuto le misurate proporzioni volute dal suo creatore.
Lo stesso arch. Savin Couelle, prosecutore dello stile architettonico del padre Jaques, sollevò molte perplessità circa l’opportunità di aumentare le strutture ricettive, vedendo proprio nell’elegante discrezione del borgo l’elemento chiave della raffinatezza del luogo. Basta gettare uno sguardo ai progetti in stile Couelle per percepirne l’amore per il territorio, con impiego di rocce e legni nelle loro forme originali sembra voler ricreare la spontanea perfezione della natura.
Oggi, tra freschi porticati e suggestivi passaggi tra gli edifici a Porto Cervo è un susseguirsi di vetrine prestigiose: da Miu Miu scintillano scarpe glitter, abiti da sera da YSL, da deGrisogono tra preziosi gioielli, le sale assistant sfoggiano LBD con una rosa bianca appuntata sul petto, e poi ancora intimo e costumi raffinatissimi da Eres e i morbidi Cashmere di Malo.
Si respira un clima di eleganza d’altri tempi, una tranquillità surreale in questa baia dal mare letteralmente color smeraldo.
Lungo la “Promenade du port” si raggiunge l’attracco del porto turistico, inizialmente ci sorprende una simpatica bancarella dello zucchero filato, a seguire , di fronte agli yacht attraccati, tra un fitto via vai di personale di bordo impegnato tra pulizie e manutenzione, è un susseguirsi di stand e negozi.
Si tratta del “Prestige Village Harrods” dove tra confortevoli divani e un esposizione di Maserati e Lamborghini gommate P-zero (la linea premium Pirelli), troviamo una serie di punti vendita che, nella loro eleganza e discrezione, sembrano dare per scontata l’associazione tra villeggiatura e shopping.
Nel 2012 la proprietà è passata a Qatar Holding (che nel 2010 acquistò anche i grandi magazzini Harrods), che ha voluto proprio rafforzare il sodalizio tra la struttura ricettiva e i grandi marchi del lusso e della moda anche con la creazione dell’evento Porto Cervo Fashion Week.
Tra i natanti, spicca se non altro per le dimensioni, il Lady Moura di proprietà di Nasser Al-Rashid, imprenditore e miliardario saudita, 105 metri di lunghezza, 36 suite, un elicottero e nome inciso in oro 24 carati.
Porto Cervo riassume cosi in una baia di natura incontaminata tutto il meglio del lusso internazionale, da sempre meta per molti personaggio facoltosi e star internazionali come Greta Garbo, Margaret d’Inghilterra, Gianni Agnelli, Jacqueline Kennedy, Juan Carlos, Harrison Ford e Sting.
Se quest’estate, anche l’anti snob per eccellenza Beppe Grillo si è rilassato a Porto Cervo dichiarando “Questo posto mi dà un tocco di benessere”, possiamo star certi che al confort e al servizio top non si può resistere.
Comments by Susanna Pirola