Omogeneità. L’esagerata e la disperata omogeneità di questi tempi, in cui il cambiamento e l’avanguardia sono nulli, è il tema centrale della sfilata di Prada in cui modelli giovani, anziani e donne si mescolano per ricreare la società odierna. È una profonda riflessione fatta sul dramma della civiltà attuale quella presentata da Miuccia Prada la quale cerca di appiattire il genere umano. I sandali bassi unisex, i tagli rigidi e squadrati, la mancata espressività negli occhi dei modelli ed il rigore estremo per ogni dettaglio rendono ben riuscito l’intento della stilista.
La palette di colori comprende tonalità come il bordaux, il blu ed il bianco. Nessuna sfumatura, nessuna decorazione. L’unica “frivolezza” che si può notare nei capi è il bordo del colletto delle t-shirt e delle polo. Monotonia. Rigore. Piattezza. Queste sono altre parole chiave della collezione in cui il “diverso” è brutto ed inestetico. Osservando la collezione, sembra di immergersi in una lettura di Huxley in cui l’uguaglianza e la parità erano la chiave del successo. Interessanti infine, erano le righe dei bordi delle varie t-shirt e polo che stavano a simboleggiare il Confine umano.
L’uomo non può e non riesce ad andare oltre a quelle righe, perchè la sua ragione ed il suo “voler rimanere unito” distruggono la sua unicità ed il suo genio. Si crea così, con la società civile, il confine dell’umanita, del genere umano e del nostro Io.
Ivan Allegranti
Comments by Ivan Allegranti
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