“Ho sempre detto che non possiamo rinunciare all’essenza del nostro DNA. Il nostro marchio si caratterizza per l’alta qualità dei materiali, la maestria artigianale, un design intramontabile e una funzionalità tutta moderna. Questi sono per noi valori non negoziabili e sono tutti ugualmente importanti.”
Tomas Maier ha tutti i motivi per essere orgoglioso del suo lavoro presso Bottega Veneta. Quando nel 2001 è stato nominato direttore creativo dell’azienda, il marchio era sull’orlo del fallimento. Suo il merito di aver riportato il marchio in auge e di averlo restituito alla sua identità originaria, rappresentata dallo slogan “When your own initials are enough”.
“L’evoluzione dell’azienda ha certamente influenzato il mio lavoro sotto diversi aspetti. I primi anni ho dovuto concentrarmi sulla riorganizzazione dell’azienda. Adesso che ne abbiamo ridefinito il DNA, possiamo pensare ad ampliare l’offerta dei nostri prodotti.”
La predilezione per marchi discreti e per l’eccellenza di stampo artigianale è crescente nel mercato del lusso. Bottega Veneta sotto la guida di Maier sembra aver colto in pieno questa tendenza, investendo su un artigianato di qualità e su un design no-logo discreto e raffinato. Un equilibrio perfetto tra logica di vendita e rispetto della qualità e della personalità del brand.
“Un’espansione eccessiva e una logica di compromesso al ribasso danneggerebbero l’azienda sul lungo termine – osserva Maier – Non puntiamo mai al guadagno facile e veloce, né facciamo scelte affrettate, sia per quanto riguarda la produzione sia per le scelte strategiche. Preferiamo prenderci il nostro tempo.”
Questa logica si riflette anche nell’approccio del marchio nei confronti dei suoi dipendenti. La creatività non si ottiene a comando e per questo Maier ha scelto di garantire agli artigiani che realizzano i prodotti Bottega Veneta un ambiente di lavoro piacevole e rilassante. L’azienda ha infatti inaugurato un nuovo atelier, Villa Montebello, una villa storica risalente al 18° secolo, dove le ampie strutture in vetro permettono il passaggio della luce naturale e dei colori riposanti del parco circostante, garantendo così il benessere dei dipendenti, nonché il rispetto dei massimi standard di sostenibilità ambientale.
“Credo- sottolinea Maier- fermamente che le persone svolgano al meglio il proprio lavoro quando sono felici. Ho il massimo rispetto per il lavoro dei nostri artigiani e il mio obiettivo era quello di offrire un ambiente lavorativo stimolante, degno del loro talento”.
Nato in Germania, a Pforzheim, in una famiglia di architetti, Maier ha mosso i primi passi nel mondo della moda alla Chambre Syndicale de la Haute Couture di Parigi, lavorando poi per maison prestigiose in Francia, Italia e Germania, da Guy Laroche a Sonia Rykiel fino a Hermés, dove ha lavorato per nove anni come designer per il ready-to-wear femminile. Dopo la nomina a direttore creativo di Bottega Veneta nel giugno 2001, nel settembre di quell’anno presentò la sua prima collezione di accessori.
Da allora di strada ne è stata fatta parecchia. Per la collezione autunno/inverno 2014/2015, Maier ha pensato ad abiti che esprimano movimento, energia, dinamismo, che sappiano aderire al fisico di chi li indossa esaltandolo, senza però risultare provocanti o scomodi. I toni sono pallidi, dominano il grigio chiaro, il sabbia e il beige rosato, con vivaci tocchi di chartreuse, porpora, smeraldo e burned red.
La lavorazione a intreccio dei materiali, distintiva del brand, è raffinatissima, da Maier paragonata alla creazione di un puzzle. Molto elaborato anche il lavoro svolto sui diversi tipi di piega,che Maier ha voluto estremamente fluidi.
La donna Bottega Veneta secondo Maier? Agiata, sofisticata, sicura di sé, una donna che sa quello che vuole e che non passa inosservata.
“Ho immaginato una donna intelligente e decisa, che non segue le ultime tendenze ma ha un senso dello stile tutto suo” afferma Maier.
Immagini: www.bottegaveneta.com
“I have always said that we can not give up the essence of our DNA. Our brand is characterized by high quality materials, craftsmanship, timeless design, and functionality that is entirely modern. These are our values, they are not negotiable and they are all equally important.”
Tomas Maier has every reason to be proud of his work at Bottega Veneta. When he was appointed creative director of the company in 2001, the brand was on the brink of bankruptcy. His credit is due for having brought the brand in vogue and have it returned to its original identity, represented by the slogan “When your own initials are enough”.
“The evolution of the company has certainly influenced my work in several respects. The first few years I had to concentrate on the reorganization of the company. Now that we have redefined the DNA, we can think about expanding the range of our products. “
The predilection for discrete brands and the excellence of craftsmanship is quickly growing in the luxury market. Bottega Veneta led by Maier seems to have caught on to this trend by investing in quality craftsmanship and a no-logo design that is discreet and refined. A perfect balance between logic of sales and respect for the quality and personality of the brand.
“An excessive expansion and compromise in quality would damage the company in the longterm,” observes Maier, “Do not ever aim to gain quick and easy, nor make hasty choices, both for production and strategic choices. We prefer to take our time. “
This logic is also reflected in the approach of the brand toward its employees. Creativity is not obtained on command and for that Maier has chosen to ensure the artisans who make the products Bottega Veneta a pleasant and relaxing work environment. The company has opened a new studio, Villa Montebello, a historic villa dating from the 18th century, where the large glass structures allow the passage of natural light and restful colors of the surrounding park, thus ensuring the well-being of employees, as well as compliance with the highest standards of environmental sustainability.
“I firmly believe that people give their best work when they are happy. I have the utmost respect for the work of our craftsmen and my goal was to offer a stimulating working environment worthy of their talent,” says Maier.
Born in Germany, in Pforzheim, to a family of architects, Maier took his first steps in the fashion world at the Chambre Syndicale de la Haute Couture in Paris, then worked for prestigious fashion houses in France, Italy and Germany, by Guy Laroche to Sonia Rykiel up to Hermés, where he worked for nine years as a designer for ready-to-wear fashion for women. After his appointment as creative director of Bottega Veneta in June 2001, in September of that year he presented his first collection of accessories.
Since then he has had a fabulous career. For the fall/winter 2014/2015, Maier has designed clothes that express movement, energy, dynamism, which can make the physical wearer feel exalting, but not be provocative or uncomfortable. The tones are pale, light gray, sand and pink beige, with bright touches of chartreuse, purple, emerald, and burnt red.
The weaving of materials, distinctive of the brand, is refined from Maier and likened to the creation of a puzzle. Very elaborate work is carried out on the different types of folds, which Maier wanted extremely fluid.
The Bottega Veneta woman, according to Maier, is wealthy, sophisticated, confident; a woman who knows what she wants and who does not go unnoticed.
“I imagined an intelligent and determined woman, who does not follow the latest trends but has a sense of style all her own,” says Maier.
“Eu sempre disse que não pode dar-se a essência do nosso DNA. Nossa marca é caracterizada por materiais de alta qualidade, artesanato, design atemporal e funcionalidade que é totalmente moderna. Estes são os nossos valores, eles não são negociáveis e que são todos igualmente importantes. “
“Uma expansão excessiva e compromisso com a qualidade iria prejudicar a empresa no longo prazo”, observa Maier, “Nunca tive como objetivo obter uma fama rápida e fácil, nem fazer escolhas precipitadas, tanto para produção e estratégicas escolhas. Preferimos tomar nosso tempo. “
Comments by elisa martellini