Come ogni anno, le fashion weeks parigine dettano legge sulla moda mondiale, focalizzando l’attenzione su particolari tendenze e/o trend: quest’anno, l’attenzione della settimana moda uomo a-i 2014-2015 è rivolta ad un capo d’abbigliamento spesso sottovalutato eppure che si è rivelato una variante costante nell’abbigliamento di qualsiasi epoca.
Si tratta del cappotto oversize, lungo fino o anche oltre il ginocchio, il tipico must have delle stagioni invernali, che si trasforma nell’immaginario dello stilista in un potente mezzo di comunicazione, rivelatore d’un messaggio d’identità.
Il cappotto di Hermès è austero, monocromatico, come del resto lo sono tutti i look lanciati dalla maison francese: l’eleganza di questi modelli è data proprio dall’inflessibilità cromatica e dal taglio ricercato degli abiti. Le uniche note di colore sono date dalle borse, una nota di luce che rivela un’identità forte e decisa.
Ispirata ad un’austerity molto più leggera è invece la collezione di Ami: i cappotti sono portati aperti, su larghi e lunghi maglioni di lana, secondo un ambient un po’ retrò, che rievoca le atmosfere inglesi. Gli abbinamenti sono tono su tono alleggerendo l’effetto finale.
Tutt’altro lo stile di Lanvin, giocato tutto su opposti complementari: la sobrietà del cappotto, cozzando con l’eccentricità degli abiti, crea un piacevole effetto sopresa, giocato poi anche su diversi livelli, come il contrasto dei colori pastello con il taglio formale degli abiti. Il tutto sembra riportare ad uno stile a metà tra l’english retrò anni 90′ e le prime produzioni della pop art, caratterizzata da colori vivacissimi e immagini statuarie.
Un taglio decisamente urban è quello di Y-3: per l’uomo che veste il marchio, è importante muoversi nella giungla cittadina, e destreggiarsi tra tutti gli impegni centrifughi della giornata. Lasciano trasparire questo i soprabiti della collezione, che variano da confortevoli piumini fino a bluse portate come mantelli.
Il biglietto da visita di Umit Benan è lo style street americano. Tra le varianti sui tre colori principali (blu, bianco e rosso) si configura un tipico stile USA. Anche in questo caso si respira un’aria d’altri tempi quando la crescita economica sembrava essere destinata a durare in eterno. Uno chic con fondamenta ben radicate nell’ambiente urban che sorprende con congeniali combinazioni dei capi d’abbigliamento, fino a raggiungere un’eleganza sottesa ma palpabile.
Con Balenciaga raggiungiamo tutto un altro grado d’umanità, fino a cogliere quasi l’etereo: è una collezione tanto rigida da sembrar quasi non umana, quella dello stilista francese che si circonda di modelli dai volti talmente belli da risultare di plastica.
E questa bellezza tanto completa da risultare quasi irragiungibile è sottolineata da una classe più che mai sobria nel vestire: si ritorna alla monocromaticità già vista da Hermès, ma ancora più esasperata da modelli dal taglio nettissimo e duro, colori scuri o dalle decise fantasie geometriche che calamitano l’attenzione dell’osservatore.
Paul Smith, su tutt’altri toni, descrive vitalità e frenesia di un perfetto jazz-man moderno: tra l’incredibile varietà di colori, accessori, e fantasie, troviamo costanti riferimenti a spartiti musicali, note ovunque che appaiono attraverso qualsiasi forma, sui cappotti, sulle maglie, o addirittura sulle scarpe. Una collezione che è energia racchiusa in capi d’abbigliamento, una ventata d’estate anche tra le gelide temperature invernali.
Per concludere i suoi eccentrici look, Paul Smith si concede il riferimento alla vita animale, scomponendola e ricomponendola in fantasie accennate o immagini nette. Lo stile è easy eppure magnetico, intrigante: quello di un uomo che rivela solo una minima parte di sé attraverso cenni del suo abbigliamento, ma possedendo un intero universo (musicale) ancora da svelare.
E con la musica si conclude anche la sfilata di Saint Laurent: il suo uomo, quest’anno, è vittima delle rivoluzioni musicali fine anni ’80 e inizi ’90, con l’introduzione invasiva del punk quale modello di vita. Lo stile è aggressivo, stravagante, geniale: giacche dalle spalle larghe e squadrate che sovrastano corpi magri e consumati, features che rendono l’ideale della vita vissuta tra gli eccessi del rock. Fantasie scozzesi che si accostano a borchie e pelle nera, ambiente d’effetto che stupisce il pubblico, spiazzato, ma affascinato. Saint Laurent risveglia lo spirito d’emulazione che ci ha influenzati tutti durante l’adolescenza, e lo rende un CULT.
Immagini: Style.com. Da Sinistra a Destra: Hermès; Ami; Lanvin; Y-3; Umit Benan; Balenciaga; Paul Smith; Saint Laurent.
Comments by Ivan Allegranti
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