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Fori Imperiali, via Condotti, Colosseo, San Pietro, Villa Borghese, Lungotevere. In una parola: Roma.
Studiata a scuola, visitata magari di fretta e sempre in fila, quasi sicuramente mai esplorata davvero. La differenza tra il visitare una città e l’assaporarla è impalpabile eppure consistente. Solo grazie alla seconda ipotesi si torna a casa con una valigia piena di ricordi e un pizzico di nostalgia.
Per gustare la Città Eterna bisogna lasciare a casa la mappa, magari noleggiare una Vespa comein Vacanze Romane, il film con Audrey Hepburn e Gregory Peck ambientato a Roma, e perdersi per vicoli, corsi e mercati.
La vera Roma non è quella dei tour guidati o quella dei percorsi prestabiliti: la città merita di essere percepita, sentita, vista, toccata e soprattutto assaporata. Non solo monumenti o negozi, ma anche e soprattutto cucina tipica.
Magari in modo autonomo, oppure grazie a qualche suggerimento di chi ha appena terminato il piccolo percorso culinario qui proposto:
1. Provate lo street food: da evitare assolutamente tutti i punti di ristoro assediati da turisti; solitamente la qualità dei prodotti è scarsa e i prezzi sono invece molto alti.
Da preferire invece i vicoletti accanto ai punti nevralgici della città, alla ricerca di piccoli bocconcini di qualità, come i supplì e le polpette di crema, pecorino e cannella da Supplizio (via dei Banchi vecchi 143), accanto a Campo de’ Fiori.
2. Assaporate la cucina kosher: il quartiere ebraico è un dedalo di quadretti e scorci di vita; passando accanto alla Sinagoga, è possibile arrivare in Piazza delle cinque scuole, dove sedersi e concedersi un pasto frutto dell’antica tradizione ebraica. Definiti come kosher, i piatti offerti seguono i principi della Torah la quale vieta di mescolare carne e latticini nello stesso piatto, impone di utilizzare solamente le carni di animali ruminanti (mucca, pecora, capra) macellati secondo determinati criteri.
Da MasterKosher (via S. Maria del Pianto 63/66) è possibile gustare un ottimo carpaccio di salmone, succo d’arancia e pepe rosa accompagnato dai celeberrimi carciofi (fritti) alla giudia. Chi ha voglia di dolce può visitare Koshercakes, pochi metri più avanti. L’offerta di torte e biscotti è molto ricca e variegata: consiglio il crumble di mele. Una delizia che si scioglie in bocca.
3. Cercate la cucina tipica: Seguendo il detto anglosassone “When in Rome, do what Romans do”, la ricerca di un pasto tipico romano non può e non deve fermarsi a ristoranti con tabelloni-menù a “scelta unica” scritti in tutte le lingue del creato. Lasciate i posti stereotipati ai turisti, grazie. Cercate invece luoghi consigliati dagli stessi romani, in modo da avere un’idea di cosa sia la vera cucina regionale. La zona migliore dove degustare rigatoni all’amatriciana, abbacchio o trippa è Trastevere: soprattutto al Ponentino, perla nascosta in Piazza del Drago 10. Il menù rimane sempre a prezzo fisso, ma la qualità è eccelsa.
4. Un calice di rosso a Campo de’ Fiori: mercato ortofrutticolo e floreale di giorno, ritrovo di giovani durante la notte. C’è chi dice che la Roma che non dorme mai si dia appuntamento qui, a bere e a chiacchierare. Per chi volesse mescolarsi con i giovani locali, consiglio di fermarsi per un aperitivo o un calice di vino (io direi rosso magari un Castelli romani, de gustibus…) per riposare le gambe e ammirare il tramonto.
5.Uscite dagli schemi: Vi sentite intrepidi e avete voglia di camminare? Vedere tutti questi turisti che si gustano un gelato ve ne ha fatto venire voglia? Gambe in spalla, allora. In Piazza degli Zingari 5 (zona Trastevere) si trova la Gelateria Fatamorgana, al primo posto della classifica stilata da il Messaggero (relativa alle 10 migliori gelaterie romane). Oltre all’intramontabile Pistacchio di Bronte o Cioccolato Bianco, il must di stagione è solo uno: Gelato al gusto di Olive Taggiasche. Davvero una bomba, fidatevi.
Immagini: Quotidianomime.com
Comments by Alice Minissale