Si sono aperte le porte di VicenzaOro Spring 2014, l’edizione primaverile della fiera internazionale orafa e gioielliera con 1.400 aziende espositrici, provenienti dai principali distretti italiani e da 30 Paesi esteri.

Filo conduttore della manifestazione sono le nuove frontiere del gioiello, in una sempre più stretta contaminazione creativa e, ormai in rapporto dialettico, con il mondo della moda.

Per il quarto anno consecutivo, l’ente vicentino ha approvato il bilancio relativo al 2013 con un risultato netto positivo.

In generale, i dati riguardati il mercato orafo italiano sono forieri di buone notizie e rivelano nuovi orizzonti geografici verso cui si volgono le dinamiche commerciali.

E, se gli Emirati Arabi Uniti sono tornati in testa tra i mercati di sbocco per il settore orafo Made in Italy, insieme a Svizzera e Stati Uniti, l‘Algeria si rivela essere la grande new entry.

Significativi incrementi si sono registrati anche nelle esportazioni verso Hong Kong e Cina, mentre alcuni mercati europei come Francia, Spagna e Germania restano in negativo.

Per l’Italia, l’incremento ha beneficiato del calo dei prezzi delle materie prime, in particolare di oro e argento, le cui quotazioni, tra gennaio e aprile, sono calate rispettivamente del 22,2% e del 32,7 per cento.

Nonostante l’ottimismo dei dati diffusi da Intesa San Paolo, gli addetti ai lavori consigliano comunque prudenza nel tirare le somme.

“Non va dimenticato che l’Italia, nemmeno troppi anni fa, era il primo produttore mondiale che oggi ha dovuto cedere ad altri il ruolo di leader”, comunica Augusto Ungarelli, presidente del Club degli orafi.

“Gli indicatori ci mostrano che le nostre aziende sono uscite da un periodo che ha trasformato il nostro settore produttivo” anche se “le quotazioni finalmente rientrate nella normalità hanno consentito di riportare molti prodotti in una fascia di vendibilità”.

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