Negli ultimi quindici anni, grazie alle idee di incallite fashion victim, che non si fermano di certo davanti a prezzi da capogiro per creare la mise dei loro sogni, i pezzi visti nelle passerelle, o gli iconici modelli delle più note maison, sono diventati alla portata di tutti, o quasi.

Se fino a qualche anno fa, l’ unico possibile canale privilegiato per accedere a pezzi griffati, a prezzi ridotti, erano i mercatini dell’ usato, oggi le possibilità di indossare l’abito dei sogni o di possedere un accessorio assai desiderato si sono fatte molteplici.

Partendo dal caro amato usato, oggi ribattezzato vintage, sono numerosissimi i negozi in cui acquistare capi, certificati e trattati, sia in loco sia on line. Da Prada a Fendi, Gucci, Dior, si trova proprio di tutto: scarpe, borse, abiti, gioielli, e anche le tanto amate Chanel 2.55.

Si prosegue poi con una tendenza che soddisfa anche le più esigenti: quella dell’ affitto. Un settore assai fiorente, se si considera che i capi in questione vengono pagati circa il dieci per cento del loro valore di mercato, per esempio, una Muse2 di Yves Saint Laurent costa 75 euro per una settimana o 200 per un mese. Si può affittare di tutto, addirittura abiti da cerimonia e da sposa. Guardando con occhi sognanti la questione, il possesso limitato di un paio di scarpe potrebbe far sentire delle novelle Cenerentole.

Pratica ancor più economica, frutto “dell’arte dell’arrangiarsi”, è quella dello swap, termine che significa letteralmente “scambiare”, una tendenza di ultima generazione, che consiste nell’organizzare incontri in cui scambiare i propri vestiti e accessori con quelli di qualcun altro. Lo swap è una pratica che può essere a costo zero se esercitata privatamente, altrimenti ci si può iscrivere a dei club pagando una quota annua.

Insomma, la democratica tendenza della moda del terzo millennio sembra essere il lusso pret à porter, cosicché essere superglam non è più una questione di denaro ma solo di stile.