Sotto un cielo cupo e una pioggia leggera, nel verde della campagna inglese, è andata in scena la sfilata Dior Cruise 2017.
Svoltasi all’interno di Blenheim Palace ( per saperne di più cliccate qui), sulle note di Michel Gaubert, lo show di Dior si presenta come un il perfetto incontro tra le due sponde della Manica, un incontro di culture e stili differenti perfettamente mixati che danno vita ad una collezione piena di entusiasmo, voglia di viaggiare ed esplorare, con un tocco di eleganza in pieno stile parigino.
Due anime cotnrapposte, quella British e quella Parisian: la prima è espressa dal tessuti pesanti e adatti per la caccia, come il tweed rustico, il popeline, le maglie in intricato jacquard e stampe floreali che ricordano la campagna inglese dell’Oxfordshire; la seconda si esprime tramite forme e volumi tipici dell’haute couture parigina, come la giacca Bar, modellata sul corpo più che mai, accorciata fino all’anca, e i cappotti abbondanti adornati da manicotti, pepli e tasche. Non mancano drappeggi e dettagli dal mood più romantico sugli abiti che riportano alla memoria gli anni d’oro di una Parigi scomparsa.
Lucie Meier e Serge Ruffieux, i due designer che guidano il team Dior, raccontano questo mix e questa nostalgia in modo delicato, rispettosi di un passato glorioso e che portano in scena senza fronzoli ed elementi stucchevoli. C’è una chiave di lettura contemporanea che non può non essere notata, data da accessori, come le borse morbide portate a mano con noncuranza e le scarpe impreziosite da colori e lacci, e make up.
Nel diciottesimo secolo, esplose in Francia l’Anglomania, mentre nei ruggenti anni Venti lo stile francese dominava la scena, e l’eco di questo scambio culturale giunge fino a qui, agli “inizi” di questi anni Duemila con lo stesso fascino selvaggio dell’epoca, ma senza i corsetti. Per fortuna.
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