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MFW – Gli highlights del Day 2

La Settimana della Moda milanese continua a stupire i fashion addicted.

A partire dalle paper dolls bidimensionali che hanno calcato la passerella di Moschino per la prossima stagione estiva. Le bambole diventano realtà e l’illusione ottica data dal trompe-l’oeil, diventa protagonista dello show.

A concludere il defilè in abiti da sera, finti e colorati: Gigi e Bella Hadid, Sara Sampaio, Irina Shayk, Anne Gaby Odielle e Anna Cleveland.

Da bamboline di carta ad animali feroci.

Miuccia Prada propone una scenografia, la proiezione di un’installazione cinematografica, ideata dal regista David O’Russell e soprattutto una collezione che si trova faccia a faccia con la tradizione della maison. Si parla di un’eleganza semplice, di un’umanità nella sua essenza, senza complicazioni di stile. In passerella sfilano le tappezzerie degli anni Sessanta e i grembiulini che diventano protagonisti, le borse a cartella squadrate, le divise da educatrice e le uniformi cinesi.

Genny punta su una collezione dall’immagine pulita, ma mai banale. In passerella una donna che ama i contrasti, romantica ma forte e determinata al tempo stesso. Per la primavera-estate 2017 la creative director di Genny, Sara Cavazza Facchini propone giacche e gilet dai tessuti operati che si abbinano a pantaloni fluidi e svasati, ruche, perle, ricami preziosi e trasparenze che raccontano una storia fatta di sensualità ma anche di estro. Per la sera, gli abiti diventano in chiffon, i bustini tempestati di perle si arricchiscono di inserti plissettati.

La nuova collezione di Max Mara riporta stampe di foglie, linee nette, riprese di pelle sopra i cappotti e più in generale un desiderio di trattare l’abito come fosse un pensiero astratto e perfetto.
Il gioco continua con le maglie jacquard che disegnano pappagalli e altra fauna dell’equatore, o per le gonne che ricordano i rampicanti disordinati della natura. Sopra lo show svetta la nuova borsa della maison, un secchiello con punti selleria, un chiaro tributo a Lina Bo Bardi.

Fendi racconta il dialogo impossibile tra Maria Antonietta e le atlete presenti alle Olimpiadi di Rio. I costumi della prima e le divise delle secondo prendono vita nello stesso abito, con giochi di sovrapposizioni e di paradossi che riescono a portare Versailles dentro le gare d’atletica contemporanee.
Lo show è quindi un incidente: quello tra gli stucchi, i broccati, le sedie, i divani e la Francia prima della Rivoluzione e i tessuti tecnici, le maglie aderenti e le altre amenità da ginnasta o centopedista.

Infine Emilio Pucci. Il jersey è il simbolo di dinamismo e dell’agilità nei movimenti, un pilastro nella storia della maison. Oggi reinterpretata con la direzione creativa di Massimo Giorgetti, la collezione è realizzata interamente in jersey (inclusi gli stivaletti alla caviglia dal tacco medio), ci sono tute e abiti fascianti con nodi o ruches. Ha l’aria di un guardaroba pensato per una donna cosmopolita, sempre in viaggio e quindi vestita con abiti confortevoli e facili da portare e che non si sgualciscono con facilità.

 

 

Rossella Alfani

Credits Immagini: Vogue IT

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